Medioevo Moderno

USA, Russia, il Ritorno dei Signori Armati

Introduzione: La Storia Come Ciclo

La storia spesso ripete i suoi schemi sotto nuove forme. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il mondo ha adottato una struttura socio-economica che, a ben guardare, rievoca il sistema medievale dei signori armati, dei borghesi e del contado. Se nel Medioevo il castellano garantiva la protezione militare e i borghesi si occupavano della produzione e del commercio, mentre il contado forniva le risorse primarie, oggi vediamo una configurazione simile su scala globale.

Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica hanno assunto per decenni il ruolo di signori armati, ciascuno dominando il proprio “feudo” ideologico e geopolitico. Con il crollo dell’URSS nel 1989, il sistema è andato in crisi, trasformando la Russia da signore armato a semplice contado globale. Questa transizione è stata tanto drammatica quanto pericolosa, portando oggi al rischio di un’escalation nucleare perchè la Russia non accetta il suo ruolo economico: “Cosa sarebbe il mondo senza la Russia?” ha detto Putin, un’amara constatazione che può portare a distruggerlo il mondo proprio perchè si sente di non farne più parte come “Signore in armi”.

La Guerra Fredda: Il Ritorno dei “Signori Armati”

Durante la Guerra Fredda, il mondo era diviso in due blocchi, ciascuno con il proprio signore armato. Gli Stati Uniti si ergevano a “difensori della libertà”, mentre la Russia sovietica cercava di esportare la rivoluzione comunista. Questa dicotomia ricordava la struttura feudale medievale, dove il signore armato proteggeva e imponeva la sua visione del mondo al proprio feudo.

I “borghesi” dell’Occidente prosperavano producendo beni di consumo, tecnologia e lusso, mentre quelli del blocco sovietico si concentravano sulla produzione pesante e sull’autosufficienza. Il contado globale, rappresentato dai paesi in via di sviluppo, era il terreno conteso tra le due superpotenze, come le terre periferiche e marginali del Medioevo.

La Fine dell’Impero Sovietico e il Declassamento della Russia

Con la fine dell’URSS, la Russia ha perso il suo status di signore armato. Non più una superpotenza ideologica, è diventata un paese esportatore di materie prime, simile a una moderna Arabia Saudita o a uno degli “Stan” dell’Asia centrale. Questo declassamento ha portato a un risentimento profondo e a una disperazione geopolitica che oggi rischia di sfociare in una follia nucleare.

L’Ucraina: Un Borghese in Ascesa?

L’Ucraina rappresenta il massimo incubo per la Russia. Se riuscisse a integrarsi pienamente nell’Occidente, sarebbe un esempio vivente che un paese slavo e post-sovietico può prosperare nel nuovo ordine mondiale. Questo confronto negativo alimenta l’odio russo per gli ucraini “occidentali” e spinge Mosca a tentare disperatamente di riconquistare il “feudo” perduto.

Esempi di Successo e di Fallimento

L’esempio dell’Ucraina non è isolato. Molti paesi dell’ex blocco sovietico sono riusciti a passare con successo al campo occidentale. Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e i paesi baltici sono diventati membri dell’Unione Europea e della NATO, trasformandosi in economie dinamiche e in società stabili.

Anche al di fuori dell’Europa, esempi come il Vietnam, la Corea del Sud e il Giappone dimostrano che è possibile passare da una condizione di contado o di subordinazione a potenze esterne a quella di borghesi rispettati nel nuovo ordine globale. Questi paesi hanno adottato il modello occidentale di sviluppo economico e istituzionale, garantendosi prosperità e sicurezza.

Dall’altro lato, ci sono esempi di paesi che non sono riusciti a fare il salto. L’ex Germania dell’Est ha faticato a integrarsi nella Germania unificata, mantenendo un retaggio di arretratezza economica e sociale rispetto all’Ovest. La Serbia, aggrappata alla nostalgia della “piccola Russia” nei Balcani, è rimasta ai margini del progresso europeo, incapace di staccarsi dal passato.

Il Rischio della Follia Nucleare

Quando un signore armato decaduto si trova all’angolo, la storia insegna che può ricorrere a misure estreme. La Russia, incapace di accettare il proprio declassamento, potrebbe considerare l’uso delle armi nucleari come un’estrema risorsa per ristabilire il proprio ruolo o, almeno, per evitare l’umiliazione definitiva.

Un Inciso Provocatorio: Il Ruolo degli Stati Uniti

Non si può ignorare che gli Stati Uniti sono stati spesso trascinati, più che volontariamente protagonisti, nel ruolo di “poliziotto del mondo.” Se da un lato hanno cercato di ritirarsi (come dimostrano i tentativi di Obama e Trump), dall’altro l’incapacità dell’ONU di assumere un ruolo di leadership ha lasciato un vuoto che gli USA hanno dovuto riempire. Tuttavia, i “borghesi” del mondo sembrano non comprendere che, proprio come fecero i borghesi inglesi durante la rivoluzione contro Carlo I, è necessario assumersi la responsabilità diretta della propria difesa e del mantenimento dell’ordine mondiale.

Una Via di Uscita: Tra Realismo e Pessimismo

Una via di uscita esiste, ma è stretta e difficile da percorrere. L’Occidente potrebbe offrire alla Russia un’alternativa al suo isolamento, proponendo un percorso di integrazione economica e politica simile a quello riservato ai paesi dell’Est Europa negli anni ’90. Tuttavia, affinché questa soluzione funzioni, è necessario un cambio di regime o, quantomeno, una svolta radicale nell’approccio della leadership russa.

Purtroppo, il pessimismo è d’obbligo. Se la Russia continuerà a vedere il mondo attraverso la lente della potenza perduta e del revanscismo, il rischio di un’escalation nucleare diventerà sempre più concreto. Il Medioevo moderno potrebbe trasformarsi in una nuova era oscura, dove la distruzione prevarrebbe sulla possibilità di una rinascita.

Conclusione: Un Medioevo Moderno o una Nuova Era Oscura?

Se la storia davvero ripete i suoi cicli, ci troviamo a un bivio. L’umanità può cercare di integrare la Russia nel nuovo sistema globale, offrendo una via d’uscita pacifica. Tuttavia, se questa opportunità non verrà colta, rischiamo di trovarci in un nuovo Medioevo moderno, dove un signore decaduto preferisce bruciare il proprio castello piuttosto che cederlo al nemico. Il mondo può solo sperare che la saggezza prevalga sulla disperazione.

La stanza dei bottoni

Nel 1962, Pietro Nenni (PSI) ha creato l’espressione “stanza dei bottoni”, una immaginifica metafora per illustrare un desiderio, durato 70 anni, di poter entrare nelle stanze ministeriali (e dintorni) dove immaginava, chissà quali magheggi si facessero, ovviamente ai danni dei cittadini, e per ingrassare la Vacca Bianca e di suoi mini alleati.

Ovviamente, una volta entrati nelle stanza dei bottoni, i socialisti avrebbero rivoltato tutto come un calzino. Come è andata, con il debito pubblico partito a razzo, lo sappiamo tutti.

Finita l’avventura socialista della stanza dei bottoni, sono arrivati tutti gli altri, tutti con la stessa voglia di mettere mano a leve e pulsanti, per aprire la mistery-box statale come “un scatoletta di tonno”, come si espresse un altro di quelli che ci ha voluto provare.

Oggi, ne abbiamo altri, anche loro baldanzosamente arrivati al mitico traguardo di mettere mano ai famosi bottoni.

Ma, manovrate tutte le leve, schiacciati tutti i pulsanti, e soprattutto visto il quadro (della disperazione), pare che anche loro debbano prendere atto che, come diceva un capocomico dell’avanspettacolo, “bambole, non c’è una lira”, e quindi bisogna tassare, tassare, e tassare, i soliti, ovviamente.

Guerra nucleare più vicina

Perché VP non può vincere, e perché utilizzerà le armi nucleari.

La foto allegata, che mostra due marines, a Iwo Jima (Giappone), è stata scattata ad ottobre 1945, 2 mesi dopo la resa del Giappone (15 agosto 1945) e 7 mesi dopo la battaglia di Ivo Jima, durata 5 settimane, e nella quale persero la vita quasi 7.000 soldati americani, in gran parte marines, e dove ci furono oltre 20mila feriti. (i 18mila giapponesi si fecero uccidere quasi tutti).

Eppure, nonostante il grande sforzo logistico per portare dagli Stati Uniti al Giappone, via nave, uomini, materiali, munizioni, feriti, la logistica americana aveva posto anche per le pizze dei film.

Una cosa del genere meravigliò i tedeschi, durante la battaglia delle Argonne, quando trovarono in un convoglio americano una torta spedita da una madre al figlio al fronte: gli americani avevano così tante risorse da poter spedire una torta.

La macchina produttiva americana, ed una logistica gestita con metodi scientifici (americani, inglesi e canadesi inventarono per la guerra la ricerca operativa), permisero di vincere la guerra anche aiutando gli inglesi e pure i russi.

Oggi, la Russia sta utilizzando in Ucraina tutto il materiale bellico accumulato in 70 anni di preparazione alla guerra, ma la sua industria e la sua logistica non riescono a stare dietro ai consumi bellici, né potranno farlo in futuro.

E con un guerra che potrà durare decenni, il fattore decisivo non è l’uomo sul terreno, ma la capacità di produzione e la logistica, che poi è la stessa cosa dal tempo dei romani, che erano all’avanguardia in entrambi i campi.

A questo punto, non potendo vincere sul campo, VP utilizzerà le armi nucleari.

Qualche bomba tattica? Morti limitati, ma caos globale, con caduta dei mercati, e fuga dalle città obiettivo, comprese quelle russe, dove nessuno vorrà restare ad aspettare la bomba.

Attacco agli USA e/o altri capitali Europee? 150 milioni di morti nella prima mezzora, di cui 70 milioni di russi, cioè tutta la popolazione della Russia europea, e poi il caos, e l’inverno nucleare su tutto il pianeta.

Si potrà evitare? Difficile. Ormai è un sistema franoso che nessuno può fermare. Neppure VP stesso, e neppure i suoi successori.

Perché? Perché sono tutti vittime di una narrazione, ormai incistata nelle culture che si combattono.

L’egoismo dell’1%

Il ministro delle Finanze irlandese Paschal Donohoe ha confermato che non accetterà un taglio di stipendio per il Covid-19

Il suo stipendio base è di 96.189 euro più 79.510 euro di indennità

Così fa l’1% più ricco.

Le infermiere si beccano gli applausi, e lui si becca i soldi

Fine delle trasmissioni

La secessione della California

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Il California National Party sta organizzando la secessione, contando sul fatto che potrebbe fare da sola essendo la sesta economia mondiale.

Però la situazione sociale della California non è omogenea e questo si riflette sulle tendenze politiche su come organizzare il post secessione.

Una delle ipotesi è che, dopo la secessione, non ci sarebbe una sola California, ma ben sei, con ben delineate linee di separazione con le altre ma anche con enclaves interne ad ognuno dei sei pezzi.

Insomma, la secessione potrebbe funzionare come divorzio dagli Stati Uniti ma non sarebbe indolore nel suo assetto successivo.

Ed è quello che accadrà in Europa dopo che uno stato uscirà dalla UE: antiche linee di frattura politiche, etniche, economiche e militari si riapriranno, attivando conflitti che uccideranno le economie.