Prove tecniche di guerra civile

Tre episodi accaduti oggi sotto i miei occhi, nella civile Milano, che denotano il clima di violenza latente che serpeggia fra la popolazione italiana.

1) Ore 10:00, uscita metro in piazza del Duomo. Un immigrato di colore che vende chincaglieria sotto ai portici offre braccialetti a tre ragazzi con pantaloni di raso a strisce, bomber di marca, scarpe da 200 euro, sigaretta pendula dal labbro, teste rasate e cappellino da baseball portato con la visiera di traverso; reazione: scarica gratuita di tremende parolacce con inviti coloriti al poveretto di andarsene al suo paese.

2) Ore 17:00 Supermercato Esselunga.
Una donna sudaticcia e nervosa si mette in fila alla cassa riservata agli handicappati e alle donne incinte, quando le fanno notare che non le tocca stare in quella fila, se la prende con un’anziana che ha la bombola per l’ossigeno e i tubicini nel naso ben evidenti e per la quale gli addetti stanno preparando le ceste per la consegna a domicilio; la tizia sudaticcia e con i capelli sporchi va in escandescenze perché, a suo dire, “queste persone (cioè handicappati e anziani) non devono andare a fare la spesa all’ora di punta“.

3) Ore 19:30 Incrocio stradale di viale Corsica con via Lomellina.
Una ragazza sta attraversando sulle strisce con il cane al guinzaglio e con il semaforo verde per i pedoni; una macchina arriva sparata dalla destra e, non solo non si ferma alle strisce, non solo sta per arrotare il cane, ma l’automobilista fa anche evidenti gesti di insofferenza verso la ragazza, impiegata della Rinascente, che mi confida che di aver appena avuta una giornataccia perchéla gente è impazzita, è diventata di una maleducazione unica e ti aggredisce per un nonnulla“.

Non male sotto Natale, con la crisi non ancora al suo apice e un po’ mitigata dalle tredicesime da spendere.

La macchina infernale

Christine , la rossa Playmouth Fury del romanzo di Stephen King, è la personificazione del male, ma credo che il re dell’horror sarebbe impallidito di fronte a quello di cui è capace l’amministrazione pubblica italica.

Mi è arrivata una letterina di Equitalia, (giusto per intossicarmi il Santo Natale), dove mi si chiedono un po’ di tasse fra cui € 6,89 (sei euro e ottantanove centesimi) per residuo di TARSU per l’anno 2000 di cui non so niente e di cui nemmeno mi danno spiegazioni, per altro impossibili da avere da un telefono sempre occupato o dove non risponde mai nessuno quando non è risulta occupato.
E che ci volete fare?

Farò questo sacrificio, mi priverò di una pizza margherita e verserò questa cifra (bagatellara) a uno stato famelico per cui ormai, nello stato comatoso in cui si ritrova, veramente tutto fa brodo, anche € 6,89 (sei euro e ottantanove centesimi).

Una considerazione: non capisco quelli che vogliono a tutti i costi la cittadinanza italiana, anche con finti matrimoni; o non sanno cosa li attende o sono dei veri masochisti!

Dejà vue

La FED ha tagliato i tassi a livelli infimi, da 0,00% a 0,25%, cioè denari regalati o quasi.

Una cosa già accaduta in Giappone dove, nonostante i tassi bassissimi, la situazione è stagnante da decenni; la gente risparmia, vive con moderazione, non ha bisogno di indebitarsi e quello che produce lo esporta. Se riesce ad esportare.

Ma da noi il cavallo non beve più perchè non c’è più bisogno di credito, i soldi a prestito non servono più!

Perchè delle due l’una: ho uno i soldi non ce li ha, perchè non vende o perchè non lavora, e allora non li prende perchè sa che non li potrà restituire, oppure i soldi uno ce li ha, e allora, perchè dovrebbe andare a indebitarsi?

Magari per comprare un concorrente in difficoltà, direbbe qualcuno; e perchè acquisire oggi un moribondo quando il suo cadavere passerà davanti ai sopravvisuti di domani?

L’unica che non capisce è la Germania, e la sua controllata BCE, che mantiene i tassi a livelli stratosferici con conseguente aggravamento di una recessione di lunghissima durata perchè non permette di sfuggire dalla morsa oppressiva delle rate.

Ma i tedeschi sono sempre i soliti: finchè non vedono il disastro totale non s’arrendono.

Buone notizie, un po’ in ritardo

Il bancomat è stato inventato nel 1967 e il primo è stato installato in Italia nel 1976, undici anni dopo, in armonia con le migliori tradizioni di arretratezza del nostro paese.

Oggi, anno di grazia 2008, terzo millennio dell’era cristiana, il Comune di Roma e il Monte Paschi di Siena hanno reso possibile ai cittadini della capitale di pagare ICI e contravvenzioni tramite un’apposita funzione dei bancomat di MPS e di Banca Toscana, in totale 83 sportelli per 2,7 milioni di romani e il tutto al modico costo di 1,48 euro, cioè 2.865,68 Lire.

Possiamo gioire, finalmente!

Stiamo facendo qualche passo avanti.

Vediamo quando sarà possibile utilizzare qualsiasi bancomat (magari pure quelli delle Poste) per pagare anche la TARSU e i tanti altri balzelli destinati alle casse comunali.