
Primavera 45, Mussolini & C. hanno capito che c’è poco da fare contro l’esercito e l’aviazione americana.
Eppure qualcuno vuole resistere.
Gli irriducibili vagheggiano di un ridotto in Valtellina, ultima fortezza di uomini, fortini e natura.
Con una speranza che quello che si dice – che la Germania abbia delle armi segrete – possa cambiare le sorti della guerra.
Nel paese provincialotto di allora, (come lo è pure adesso) un missile o un aereo a reazione possono essere credute armi risolutive, il che non è: alla fine, gli sgraziati Sherman americani di Patton distruggono i superstiti Tigre tedeschi e penetrano la Germania fino a Berlino come una lama di fuoco nel burro.
Mai, i provincialotti dell’Italia di allora avrebbero potuto immaginare che erano proprio quegli americani che scaricavano tonnellate di bombe convenzionali su ogni pezzo di strada e di ferrovia, avessero già pronta una bomba atomica che dopo 4 mesi avrebbe stabilito per sempre la supremazia militare americana propedeutica a quella economica e culturale che ancora oggi impera.
Il buon Renzi sembra proprio uno di quelli di allora che con un arma segreta cambia le sorti del disastro economico italiano.
Perché l’ambiziosetto fiorentino almeno una cosa l’ha capita (veramente l’aveva capita pure il Tremonti), cioè che soldi non ce ne sono, che i capitalisti italiani tutto hanno meno che il capitale e, siccome senza denaro non si cantano messe, non resta che sperare nei fondi europei.
Che ormai sono diventati meglio della bacchetta magica di Mandrake: non solo dovrebbero risolvere il guaio economico ma nel frattempo, passando da Tremonti a Renzi, sono pure lievitati, passando da 45 miliardi a 180, senza che nessuno ci spieghi quale lievito abbia fatto crescere la torta.
E si, anche il Tremonti voleva risolvere tutto con i fondi EU. E c0m’è andata lo sappiamo bene: neppure lui è riuscito a farli spendere alle regioni, che ben si guardano di mettersi a maneggiare soldi dove c’è il doppio controllo nazionale e comunitario.
Perché finché si rubano soldi nazionali, fra una lungaggine processuale e pastette varie, un politico o un funzionario possono sempre potersela cavare.
Ma con l’Europa come si fa?
E allora dal 1995 tutto è fermo: i soldi non si spendono e Bruxelles se li riprende per darli a paesi più virtuosi.
Ovviamente, i plaudatores si Renzi spergiurano che il motorino fiorentino ci riuscirà a spendere questo benedetti 180 miliardi di euro, anche se non si capisce come farà visto che non on esistono più organi tecnico-finanziar in grado di fare le istruttorie di concessione di finanziamento.
Non sono state capaci le regioni di crearle in nove anni, figuriamoci se riesce Renzo a metterli in corsa in pochi mesi.
Perchè l’altro problema è il tempo: più si ritarda nel rimettere in moto la macchina, più aziende chiuderanno e il tessuto produttivo, man mano, morirà per mancanza di soldi e d’idee.
Ovviamente gli italici il problema non se lo pongono, loto sono sicuri che Renzi abbia una ricetta magica per risolvere il tutto.
Una specie di qualche arma segreta che cambi le sorti della guerra in corso. Una guerra dove – giusto per fare un’esempio – GE offre 13 miliardi per comprare Alstom e dove AT&T compra DirecTV per 50 miliardi di dollari, cifre che condannano per sempre i sogni di gloria di capitalisti senza capitali e di ducetti senza denari.