Annuario ISTAT: lettura obbligatoria

Qualcuno si è meravigliato di leggere nelle statistiche ISTAT che in Italia ci sono 800 mila analfabeti che fanno compagnia a ben 15 milioni di persone (su quasi 60) che hanno una bassissima scolarità, in pratica gente che ha la quinta elementare, senza alcuna cultura e pochissima capacità di comprendere il mondo.

A chi con piacere e diletto si è acculturato in geografia, statistica e demografia fa sempre altrettanta meraviglia scoprire che c’è ancora chi si stupisce di questa situazione di vero sottosviluppo culturale, ma poi ci sovviene che è proprio questa massa culturalmente informe che crea il substrato antropologico della nostra società, che è cambiata poco o nulla da quella descritta da Carlo Levi. Con la sola correzione da fare che Cristo molto probabilmente non si è fermato ad Eboli, ma molto più al nord, più o meno dalle parti di Vipiteno (BZ).
Forse sarebbe ora che per essere ammessi alle primarie di qualsiasi partito e coalizione i candidi – perchè fessi – candidati venissero costretti ad un esame sull’unico libro che permette di capire com’è fatta l’Italia: l’annuario ISTAT. Si eviterebbe così che una nata ricca, e maritata meglio, ministro dell’Istruzione se ne uscisse con un “ma chi me l’ha fatto fare a me di fare il ministro di un paese così povero” e ignorante, aggiungiamo noi sommessamente.

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