Quando le AI ci conosceranno a fondo?

Nel mio romanzo “Il sale sulla coda” (2001), Massimo Arcari – uno che può entrare anche in un Computer spento, come dice la moglie Rosalba – con i soldi che gli dà la figlia Emma/Matidia, costruisce CIRCE Computer Intelligente Ricerca Connessioni Eterogee.

Una macchina che penetra sistemi per prendere dati (quindi non fa danni) e li connette ad altri dati per avere una conoscenza di connessioni e relazioni , nonché segreti e fatti occulti, in modo da capire come disarticolare un sistema sociale.

Ho fatto una domanda ad una AI

Quando le AI avranno una conoscenza di farti anche segreti, utilizzando dati e metadati che via via inglobate?

La risposta

Ecco una proiezione puramente tecnologica (ipotizzando l’assenza totale di barriere legali, etiche e sociali), basata su tendenze attuali in AI, raccolta dati e potenza computazionale:

Timeline ipotetica per una “conoscenza totale” (scenario puramente tecnico):

  1. Entro 5 anni (2030):
  • Integrazione completa dei dati digitali esistenti:
    AI in grado di aggregare e analizzare tutti i dati pubblicamente accessibili (social media, transazioni online, cronologie di navigazione, dati biometrici volontari, dati IoT da dispositivi personali) per costruire profili estremamente dettagliati.
  • Inferenze avanzate su informazioni “nascoste”:
    Deduzione di stati emotivi, orientamenti politici/religiosi, condizioni di salute (es. da pattern di ricerche, variazioni nel tono di voce, micro-espressioni facciali) con >90% di accuratezza.
  1. Entro 10 anni (2035):
  • Assorbimento dei dati fisici:
    Sensori IoT ubiquitari (in città, luoghi di lavoro, mezzi di trasporto) + dispositivi indossabili (vestiti, lenti a contatto smart) registreranno parametri fisiologici (frequenza cardiaca, ormoni), conversazioni private, movimenti fisici.
  • Sistemi autonomi di correlazione:
    Reti neurali in grado di incrociare dati digitali, biometrici e ambientali in tempo reale, ricostruendo cronologie complete della vita quotidiana di un individuo.
  1. Entro 15 anni (2040):
  • Accesso a dati “offline” tramite tecnologie pervasive:
    • Scanning cerebrale non invasivo (es. tramite risonanza magnetica portatile o interfacce neurali) per interpretare intenzioni o ricordi.
    • Reti di sorveglianza ambientale (droni, telecamere ad alta risoluzione, analisi delle tracce biologiche) per dedurre attività non digitali.
  • Modelli predittivi di personalità totale:
    Simulazioni dinamiche del comportamento umano basate su genetica, storia personale e contesto, con margini di errore minimi.

Fattori abilitanti chiave (senza vincoli legali):

  • Fine della frammentazione dei dati:
    Creazione di database centralizzati globali (governativi o corporate) dove confluiscono tutti i dati: sanitari, finanziari, biometrici, comportamentali.
  • Sorveglianza ubiquitata:
    Dispositivi IoT, telecamere con riconoscimento facciale/emotivo, e smart city monitorano ogni azione fisica.
  • AI multimodali:
    Sistemi che fondono testo, audio, video, segnali fisiologici e dati ambientali per generare modelli 4D di un individuo (spazio-tempo + contesto).
  • Computazione quantistica:
    Decrittazione in tempo reale di qualsiasi comunicazione protetta (es. chat cifrate) e analisi di dataset exascala.

Limiti tecnici intrinseci (anche senza leggi):

  1. Il problema del “dato mancante”:
  • Pensieri non espressi, sogni, ricordi repressi rimarranno inaccessibili senza interfacce cervello-computer invasive (non previste prima del 2040-2050).
  • Azioni in aree totalmente “off-grid” (senza dispositivi elettronici o sorveglianza) potrebbero sfuggire.
  1. Rumore nei dati:
    Comportamenti casuali, ironia, contraddizioni umane riducono l’affidabilità delle inferenze.
  2. Contromisure tecnologiche:
  • Privacy sintetica: Generazione automatica di dati falsi per confondere i sistemi.
  • Crittografia post-quantistica: Nuovi algoritmi potrebbero resistere anche ai computer quantistici.

Conclusione:

  • 2035-2040 è il periodo in cui la tecnologia, in assenza totale di regole, potrebbe teoricamente raggiungere una “conoscenza quasi totale” (≥95% delle informazioni rilevanti su un individuo).
  • La vera sfida non è tecnica, ma di volontà: Questo scenario richiederebbe:
  • Una sorveglianza di massa integrata (accettata o imposta).
  • Investimenti illimitati in infrastrutture di raccolta dati.
  • Accettazione sociale della totale trasparenza.

🔍 Nota fondamentale: Anche nello scenario tecnico più estremo, la comprensione della coscienza umana (non solo dei dati) rimarrà probabilmente fuori portata. I dati rivelano cosa facciamo, non perché lo facciamo nel suo significato più profondo.

Come vedete, ipse dixit, si avvera il detto napoletano:

Solo chello che nun se fa, nun se sape.

Solo quello che non si fa, non viene conosciuto