❝Quel dentista tedesco in bolletta (e la lezione che ignoriamo sull’INPS)❞
C’è un fondo pensione tedesco – un fondo di categoria per dentisti – che ha sospeso il pagamento delle pensioni ai propri iscritti.
Sì, avete letto bene: dentisti in pensione rimasti a secco.
Avevano versato per decenni, credendo che “privato è meglio”, ma il fondo ha sbagliato gli investimenti. E il meccanismo si è rotto.
Colpa dei mercati? Dell’aumento della longevità?
O, forse, della solita illusione che il mercato da solo possa reggere le pensioni di una categoria ristretta, mentre la demografia crolla e la finanza ondeggia?
La tentazione italiana: “Meglio abolire l’INPS”
In Italia è pieno di imprenditori marginali che sognano di non versare più i contributi.
E altrettanti lavoratori che, guardando il proprio estratto conto INPS, pensano:
“Questi soldi li avrei investiti meglio io.”
Davvero?
Nessuno si chiede se affidare la propria vecchiaia esclusivamente ai privati sia sensato.
Eppure basterebbe guardare come stanno finendo i fondi di categoria.
Due casi recenti:
- Il fondo dei giornalisti, in default, ora assorbito dall’INPS.
- Il fondo dei dirigenti d’azienda, stessa sorte.
Tutti vogliono uscire dall’INPS.
Ma quando il privato fallisce, è l’INPS che torna a salvare.
L’ultima spes.
Il problema non è l’INPS, è la miopia
I fondi pensione privati investono. E il rendimento… dipende dal mercato.
Peccato che il mercato dei prossimi 70 anni – tra guerre, crisi finanziarie, transizioni energetiche e shock geopolitici – non lo possa garantire nessuno.
La verità è che:
✔️ Un sistema pubblico ridistribuisce
✔️ Protegge anche chi vive troppo a lungo
✔️ E garantisce un minimo vitale anche a chi non ce l’ha fatta a versare molto
L’INPS non è perfetto, ma è essenziale
Critichiamolo, riformiamolo, rendiamolo sostenibile.
Ma non raccontiamoci la favola che “con un ETF e un po’ di previdenza integrativa” possiamo davvero sostituire una rete pubblica di sicurezza collettiva.
Perché quando i fondi falliscono, il privato si arrabbia.
Il pubblico paga.
E tutti tornano a bussare alla porta del tanto odiato istituto.
Morale della storia?
Chi odia l’INPS, odia la propria vecchiaia.
O, almeno, non ha fatto bene i conti.