Ci sono 5 grandi crisi, di cui la classe dirigente non si sta minimamente occupando, senza neppure più commentarle, ma al più buttando un occhio alla TV, fra un forchettata di pasta, una cucchiaiata di insalata di riso o una leccata al gelato.
E siccome la classe dirigente (nessuno escluso) non s’impegna nella soluzione di queste crisi, allora perde tempo in cose che si potrebbero risolvere con un po’ di apertura mentale, da tutte le parti, e lasciando che ognuno faccia un po’ come crede, purché non danneggi i più deboli, cioè i bambini.
La guerra sui bambini che vivono all’interno di coppie non tradizionali “all’occidentale”, cioè con un genitore biologicamente maschio e uno biologicamente femmina (che non è quello che avviene, ad esempio, nelle culture dove è prevista anche la poligamia o la poliandria), è un retaggio culturale, nella maggior parte dei casi imposto dall’osservanza di una fede religiosa, che però trova le sue ragioni storiche in questioni soprattutto di ordine economico e per individuare la paternità effettiva di un bambino (nessuno vuole/voleva crescere il figlio di un altro).
Questioni che però, in alcune culture, erano state superate, ad esempio, concedendo al coniuge abile della coppia di poter aver figli con un altro o un’altra, se il coniuge non poteva avere figli.
Che è una cosa che avviene anche oggi, grazie alla manipolazione genetica (che è l’evento che modifica tutto l’impianto dell’essere genitori).
Chi si sottopone a fecondazione eterologa, ad esempio, introduce nella sua famiglia il corredo genetico di un altro individuo estraneo alla coppia, che sia una donatrice di ovuli o un donatore di spermatozoi.
Queste operazioni sono legali, e spesso sono fatte con donazioni di ovuli e spermatozoi non nazionali, perché nel nostro paese (ipocrita), le donazioni sono poche, e quindi, se mi si passa la battuta, la sostituzione tanto temuta si fa ogni giorno.
Ecco la prima contraddizione: le persone, che si dichiarano genitori di un nato ottenuto con queste tecniche, anche se non sono entrambi biologicamente genitori del nato, sono responsabili, ad ogni effetto di legge e conseguenze obbligatorie, della salute, del benessere e dello sviluppo del nuovo nato, cioè lo devono crescere, mandare a scuola, adoperarsi perché sviluppi le sue capacità.
E questa è un’altra contraddizione: una coppia di persone con un QI medio, immettendo nella sua prole il DNA di un terzo, che ha un QI molto elevato, devono, per legge, dargli le opportunità di raggiungere le sue possibilità naturali.
Ed è una cosa che accade, come quel premio Nobel che ha donato il suo DNA per fecondazioni eterologhe, che possono essere all’interno di una coppia, ma ci sono casi di single che vogliono un bambino senza che nella loro vista esista un partner, che però si scontrano con l’impianto legale esistente in alcuni paesi, che però può essere superato in scioltezza semplicemente mentendo sull’origine di quel nato.
Ma si faceva pure prima della manipolazione genetica: ragazze madri, che non volevano/potevano tenere un bambino, lo cedevano ad una coppia e il padre dichiarava che il figlio della ragazza madre era suo. E nessuno andava ad indagare, allora con i pochi mezzi per individuare con precisione da dove proviene un DNA, ma non si fa neppure adesso.
Ed è meglio non farlo: perché, come è accaduto, e accadrà ancora, ci sono e ci saranno nati con DNA di 3 persone, per riparare DNA con pezzi non buoni, ad esempio.
E poi, negli ultimi anni, c’è il fenomeno della maternità surrogata, cioè un nato da una madre che non partecipa con il suo DNA perché ospita, fino al parto, il figlio di altri, per esempio di donne che non possono avere una gravidanza, ma sono comuni anche maternità surrogate per conto di donne single, di donne “impegnate” (attrici, modelle, manager), e anche per conto di maschi.
E all’orizzonte, si profila l’arrivo dell’utero artificiale, che porterebbe a nuovi scenari, molto lontano da quelli dei patriarchi di qualsiasi religione, magari nata migliaia di anni fa.
Siccome la gente, se c’è una tecnica, ed ha un esigenza, finisce per usarla, dall’automobile al cellulare, dalla chirurgia estetica (nata per aggiustare le facce devastate dei soldati) ai trapianti, e siccome la gente, se viene ostacolata in una nazione, si sposta in un’altra, senza che nessuno possa farci niente, anche per ragioni pratiche, è chiaro che bisogna abbandonare tutti i vecchi schemi.
Abbandono di vecchi schemi, sia da parte dei conservatori, che possono liberamente continuare a fare figli come credono, ma anche da parte dei “progressisti”, che devono smettere di chiedere omologazioni legali per loro, ma chiedere semplicemente di poter avere figli come credono, ed essere obbligati, come tutti gli altri, (che si dichiarano genitori di fronte alla legge), a provvedere obbligatoriamente alle esigenze del loro bambino, comunque nato o comunque entrato in una coppia o presso un single:
chi si registra “tutore” di un bambino si obbliga a curarne ogni suo sviluppo. E se vuole farsi chiamare mamma, mamma 1 o mamma2 , papà, papa 1 e papà 2, sono affari loro nel quale lo Stato non deve né mettere il naso, ma neppure regolare.
Per lo Stato, l’unico obbligo è tutelare il minore.
E a questo punto, si potrebbe anche eliminare il matrimonio come istituto pubblico (lasciando liberi tutti di potersi sposare con i riti preferiti, ovviamente), e sempre ovviamente, tutelare i diritti patrimoniali dei figli, mentre quelli dei partner se li devono regolare davanti al notaio

