Fuori dal mondo

Nel mio romanzo Il sale sulla coda racconto che gli abitanti della parte alta di Posillipo a Napoli dicono che andare oltre la discesa Coroglio e verso Bagnoli e andare a fora ‘o munno, cioè uscire dal mondo. E dal loro punto di vista, di abitanti del posto più bello del mondo, è giusto pensare che uscire da una location preziosa è andare fuori dal mondo.

Cosa che non comprendono le aziende che stanno in posti periferici rispetto al centro del mercato, e non parlo solo dell’azienda di Potenza rispetto a Roma o di quella di Portogruaro rispetto a Milano, parlo anche di aziende che hanno il loro quartier generale in posti fuori città, immerse in campagne desolate che, come è bene che sia una campagna, deve essere lasciata alla vacche e ai carciofi e non certo ad ospitare la sede di un’azienda magari molto orientata al mercato e alla comunicazione.

Ovviamente non si parla di fabbriche, che siano di scarpe o di software, ma si parla di direzione generale, direzione finanziaria e sopratutto di marketing e comunicazione: queste funzioni devono stare dove fare marketing e comunicazione trova alimento di idee e contaminazione da altra gente del marketing e della comunicazione, anche, e sopratutto, di settori diversi da quelli della propria azienda: la contaminazione, come spiega Richard Florida in The rise of Creative Class è l’elemento essenziale per creare nuovi prodotti e questo può nascere solo in posti dove c’è uan massa variegata di persone e dove la loro creatività e magari stravaganza di vita è tollerata, cosa che spesso, nel paesino d’origine dell’azienda, non è possibile perchè s’incontrano sempre e solo i soliti quattro gatti, e di vita stravagante è meglio non accennare proprio per non vedersi sotto l’occhio reprobo del prete, del farmacista e del maresciallo.

Il web non è morto, sta solo crescendo

Chris Anderson ha scritto su Wired che il web è morto ma, secondo lui, internet avrá ancora lunga vita.

La seconda è una banalitá: l'infrastruttura c'è e se serve resterà, altrimenti fará la fine dell'idroscalo di Milano, nato per far atterrare gli idrovolanti negli anni 30, è rimasto un bel buco dalle parti di Segrate come un ottimo posto per allevare zanzare.

Quella che il web è morto è invece un stupidaggine che l'autore cerca di avvalorare parlando di app sugli iPad e i cellulari come se questi dispositivi, al di la di come facciano tecnicamente a prendere informazioni da un server remoto, non fossero anche loro delle banali interfacce uomo-macchina, diverse da un PC, ma pur sempre dispositivi per permettere a un umano di immettere e prendere informazioni da un sistema informatico.

Quello che invece è un fenomeno lento, continuo e del tutto silente, – tanto che nemmeno Anderson lo cita – è la possibilitá che la rete e i suoi protocolli standard offrono già adesso per connettere tra loro sistemi diversi di organizzazioni diverse che si scambiano informazioni "senza bisogno di umani" e quindi, senza la necessità che ci siano pagine web, o di altro tipo, che permettano a un umano di interfacciarsi con una macchina.

E sará il dialogo da macchina a macchina a rendere sempre meno importante il web e, se vanno avanti le idee di avere reti diverse dalla internet per contenuti di qualità, anche la internet perderà di importanza, un po' come accade nei trasporti dove, accanto al treno per tutti, c'è gente che va in aereo e anche chi ne ha uno privato.

L’autodistruzione della classe media

La classe media americana sta soccombendo alla crisi proprio nel paese dove questa era il modello più ambito da raggiungere, un traguardo diffuso dal cinema dell'anteguerra e poi trangugiato a palate tramite la TV.

Poi la crisi del 2007 comincia a demolire il sogno con un brutto risveglio che prende la forma degli scatoloni dei licenziati della Lehman Brothers, il top della classe media, il simulacro di questa, il bancario con le sue 14 mensilità più bonus a valere sui risultati di bilancio.

E da allora l'eliminazione di posti di lavoro non è terminata e continua anche oggi, con una ripresa timida, che ha una sua caratteristica mai vista: non si creano nuovi posti di lavoro, negli USA sopratutto mancano impieghi pubblici, gli stati e le cittá licenziano e riducono organici perché non hanno soldi.

Anche in Europa si tagliano posti pubblici, ma tutto questo è solo necessità di risparmiare o c'è qualcosa di strutturale che incide sopratutto sulla claSse media?

La verità è che la crisi è anche un'occasione per eliminare sovrastrutture che ci si poteva permettere finché il bilancio era in attivo, poi la crisi crea nuove prioritá: l'azionista vuole la sua rendita ed è disposto a pagare solo quei dipendenti che la rendita gliela assicurano e se i dipendento costano, si eliminano o si affida il lavoro all'esterno vicino o lontano che sia.

E fra i lavori da tagliare c'è quello di tutte le persone che sono dei semplici intermediari, trasformatori di dati e analizzatori degli stessi.

D'altra parte la fine della classe media era nella parola inter-media-rio, cioè il suo classico ruolo che è quello che le tecnologie dell'informazione eliminano.

Potere è potare

Gli stati sono un po' tutti nei guai, per la spirale spesa pubblica eccessiva che determina tasse elevate e necessità di fare debiti, e perché obiettivamente la crisi dipende dal fatto che l'America è in guerra e ci resterà per lustri, e le serie storiche dicono che l'economia americana cresce quando non è in guerra.

Allora gli stati devono tagliare, ma purtroppo tagliano con l'accetta e dove non rischiano l'aggressione di chi di spesa pubblica vive e sopravvive.

Invece la vera arte del comando (se uno ha gli attributi del comandante) non è tagliare ma potare tutti i rami improduttivi e lasciare crescere quelli che possono dare frutti.

Insomma il vero potere è potare.

Il sud non spende

Con grande sconcerto del premier, il ministro del Tesoro accusa le regioni di non spendere 44 miliardi di fondi EU.

E meno male che non l'hanno fatto!

Il ministro dimentica un piccolo particolare da 96 miliardi, la parte che il Ministero del Tesoro dovrebbe aggiungere ai 44 miliardi di Bruxelles.

Perché i fondi per le aree svantaggiate comprendono sempre un co-finanziamento della nazione che li riceve!

E il Tesoro questi soldi li ha?

Ho qualche dubbio!