Digital Apocalypse S1E1

Perchè accadono cose come quelle del 2024/07/19 nel 2024!


Come ho detto altre volte, confermato dal disastro di ieri 19/7/24, il mondo si avvia verso un’apocalisse digitale.

Perché? Perchè nessuno rispetta più le regole. E i politici (nel mondo) sono troppo ignoranti e/o corrotti per farle rispettare.

Quali regole? Regole tecniche, regole di buon senso e regole legali.

Cominciamo da quelle legali: ieri, a causa di un fatto provocato da esseri umani, dipendenti di una o più aziende, diverse altre aziende ed organizzazioni, nonchè singoli individui, hanno subito dei danni da quell’errore umano.

E, cosa strana, nessuno ha ancora adito i tribunali, sia per il risarcimento danni diretti, sia per danni indiretti, ma tutti sicuramente causati dal personale di una o più aziende.

Danni per miliardi, in qualsiasi valuta.

Ma anche se nessuno farà causa, comunque le autorità pubbliche dovrebbero aprire dei procedimenti per i danni arrecati direttamente ad enti pubblici (sono state bloccate intere amministrazioni nonchè ospedali).

Ma dovrebbero aprire procedimenti per i danni inferti ai risparmiatori, perché sia le aziende che sono coinvolte nell’aver causato il problema, ma anche molte aziende che hanno subito i danni sono aziende quotate in borsa, e quindi con il loro procurare errori o subirli, hanno creato danni a risparmiatori.

Ma hanno anche dimostrato che è pericoloso investire su queste aziende, che la prossima volta, potrebbero anche stare ferme per giorni o mesi, con tutti i problemi di fatturato e di risarcimenti da pagare a stakeholders inferociti.

Perché le aziende hanno sbagliato, e quindi sono passibili di essere portate in tribunale?

Perchè non hanno rispettato le regole tecniche “co-di-fi-ca-te”.

Ora, come nei migliori gialli, facciamo un passo indietro, al 1914, quando gli europei, mai stanchi di scannarsi per la religione, fetenti pezzi di terra e pure per narrazioni, decidono di scannarsi di nuovo.

Ma siccome era già allora un continente in decadenza, gli europei non sono neppure capaci di scannarsi, e quindi gli inglesi chiedono aiuto ai cugini americani, che al principio mandano soprattutto materiali.

E nasce un problema: alcune cose che gli americani spediscono non sono compatibili con gli strument inglesi. Cioè accade quello che succede a tutti voi quando andate in un altro paese: prese diverse, ed anche tensione diversa.

Quindi servono degli standard: così la chiave inglese potrà avvitare il bullone americano.

Nel 1926, nasce la ISO, che crea le regole di standardizzazione, per tutti i settori, e non vi sorprenderà, esiste una norma ISO anche per la sicurezza dei sistemi informativi.

Il manuale costa 129 franchi svizzeri, e la regola per avere la certificazione di sicurezza, ed altre certificazioni, è che qualcuno si legga il manuale (Read The Fucked Manual, come di diceva una volta sui gruppi a chi faceva domande oziose), e poi lo applichi pedissequamente.

Una cosa che sicuramente non hanno fatto né chi ha procurato il problema né le aziende né le organizzazioni che lo hanno subito.

E chi non lo ha fatto, andrebbe cacciato a calci nel sedere.

Accadrà? No! Perchè anche il settore delle risorse umane è un letamaio, altrimenti le aziende non assumerebbero gente che non fa la prima cosa che deve fare: RTFM.

Banche ed AI

Un viatico per adottare le AI con successo

Nel 1994, lavoravo in una banca all’avanguardia nelle tecnologe ICT, e proprio in quell’anno, il direttore centrale mi diede l’incarico di valutare come introdurre i sistemi esperti nell’attività aziendale.

Abbiamo esplorato il potenziale dei sistemi esperti per migliorare le operazioni. E come solito, saremmo partiti con un progetto pilota per poi estendere la tecnologia in tutti gli ambiti possibili, come avevamo fatto nei 22 anni precedenti.

I sistemi esperti e la banca online (si, ci stavamo pensando già allora!) erano un ulteriore passo avanti per essere sempre up-to-date e sempre più efficienti.

Poi, per vicissitudini esterne, il nostro progetto si è interrotto. Ed oggi, con l’esplosione della AI, vorrei avere una macchina del tempo per appliarle all’attiivtà della nostra azienda.

Ma se oggi io fossi il responsabile dei sistemi informativi, e consciente che oggi la banca è pronta a fare un passo avanti monumentale integrando i più recenti progressi dell’IA, che promettono di trasformare il panorama dei servizi bancari, cosa farei con le moderne tecnologie di IA, che offrono opportunità senza precedenti per migliorare l’efficienza, l’esperienza dei clienti e l’innovazione?

Ecco come una banca potrebbe implementare queste tecnologie:

Servizio e assistenza clienti:

Chatbot e assistenti virtuali: I chatbot dotati di intelligenza artificiale possono gestire le richieste di routine dei clienti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, offrendo un supporto immediato e liberando gli agenti umani per le questioni più complesse.

Banca personalizzata: Gli assistenti virtuali possono fornire consulenza finanziaria personalizzata, aiutando i clienti a gestire i loro conti, a tenere traccia delle spese e a raggiungere i loro obiettivi finanziari.

Rilevamento delle frodi e sicurezza:

Rilevamento delle anomalie: L’intelligenza artificiale può analizzare i modelli di transazione in tempo reale per identificare le attività insolite, riducendo in modo significativo le frodi.

Autenticazione biometrica: I sistemi biometrici avanzati guidati dall’intelligenza artificiale possono migliorare la sicurezza attraverso il riconoscimento facciale, il riconoscimento vocale e altri dati biometrici.

Scoring del credito e gestione del rischio:

Modelli di valutazione del credito migliorati: L’intelligenza artificiale può valutare il merito di credito in modo più accurato analizzando una gamma più ampia di dati, comprese le fonti di dati non tradizionali.

Analisi predittiva: I modelli di intelligenza artificiale sono in grado di prevedere il potenziale rischio e le tendenze del mercato, aiutando la banca a prendere decisioni più informate in materia di prestiti e investimenti.

 Automazione dei processi:

Automazione dei processi robotici: Automazione di attività di routine e ripetitive come l’inserimento di dati, la gestione dei conti e la reportistica di conformità per migliorare l’efficienza e ridurre gli errori.

Elaborazione dei documenti: L’intelligenza artificiale è in grado di estrarre ed elaborare informazioni dai documenti, snellendo i flussi di lavoro come le richieste di prestito e l’apertura di un conto.

 Marketing personalizzato:

Customer Insights: L’intelligenza artificiale può analizzare i dati dei clienti per identificare preferenze e comportamenti, consentendo campagne di marketing altamente mirate.

Sistemi di raccomandazione: Simili a quelli utilizzati dalle piattaforme di e-commerce, l’intelligenza artificiale può consigliare prodotti e servizi su misura per le esigenze dei singoli clienti.

Gestione degli investimenti e dei patrimoni:

Robo-consulenti: I robo-advisor guidati dall’intelligenza artificiale possono fornire servizi di consulenza sugli investimenti e di gestione del portafoglio, rendendo la gestione patrimoniale accessibile a un pubblico più ampio.

Trading algoritmico: Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono analizzare i dati di mercato ed eseguire operazioni in momenti ottimali, migliorando le strategie di investimento.

Sfruttando queste capacità avanzate di IA, la banca non solo migliora l’efficienza operativa, ma incrementare la soddisfazione dei clienti e rimane all’avanguardia in un mercato competitivo. Un balzo in avanti, incarnando il potenziale di trasformazione dell’IA nel settore della finanza.

Entering the Forty-Five

In uscita un mio libro di poesie

Para que conste, Per la cronaca, For the record

Ho scritto un libro, di poesie.

Escribí un libro, de poemas.

I wrote a book, of poems.

La maggior parte sono in inglese (e non so perché, ma così è accaduto)

Qualcuna é in italiano, un paio in spagnolo

Entering the forty-five” é il titolo

Il libro è disponibile su Amazon

La versione digitale esce il 17/6

Para que conste, Per la cronaca, For the record

https://www.amazon.it/dp/B0D6W774FH

Un deterrente atomico europeo?

Fra Putin e Trump, alcuni pensano che non c’è altra scelta

VP ha minacciato chiaramente di colpire con armi nucleari le città europee, e lo può fare impunemente contro tutte, salvo quelle inglesi e francesi, che possono rispondere con una rappresaglia sulle città russe con le loro atomiche, imbarcate sui loro sottomarini nucleari, che sono praticamente non attaccabili dai russi.

I polacchi hanno già chiesto di ospitare bombe americane sul loro territorio – come deterrente contro i russi – ma i siti di lancio terrestri sono “spugne” per far consumare bombei, e quindi non sono un deterrente serio.

In Germania, invece, la proposta è di sviluppare armi atomiche europee perché “la bomba è l’unico deterrente”, ed anche alcuni politici polacchi ritengono che l’atomica non può essere gestita da un terzo (gli USA) che potrebbero non voler difendere l’Europa, come sta dicendo DT al suo pubblico isolazionista (salvo ravvedimenti dopo le elezioni).

Ma l’aggressività palese dei russi, e quella minacciata da Iran, Cina e N.Corea, sta facendo crescere l’idea di possedere la bomba anche in S.Corea, Ucraina e Arabia Saudita.

Patente digitale, malsana e inutile

Non sempre la EU fa cose buone


Come l’IVA, la patente di guida digitale è un’idiozia

A una parte maggioritaria dei cittadini EU fa comodo essere in una comunità senza confini. Agevola i commerci, in qualche modo è stato un buon supporto per la Pax Americana, ha evitato altre guerre, anche se non è detto che non scoppieranno, un giorno o l’altro, fra i membri dell’Unione.

Anche nella UE, come in tutte le famiglie, c’è qualcuno che sarebbe meglio non avere come parente, ma neppure come conoscente, e sono quei burocrati e/o euro-parlamentari che s’inventano cose che non servono, non possono funzionare, e spesso fanno anche danni gravi. In parole povere, delle vere idiozie.

Una delle idiozie che infesta, da anni, la vita di cittadini EU è, ad esempio, l’IVA, imposta pare inventata da un ragioniere belga, magari uno di quelli che dopo l’ufficio vanno a fare visita a Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles.

E che avendo scoperto che la povera Jeanne Dielman non paga tasse, hanno inventato per lei l’IVA, in modo che quando fa la spesa, Jeanne Dielman la paga sul prezzo del pane, del latte, sui detersivi e sui preservativi.

Perché l’IVA è un’imposta idiota?

  • Colpisce tutti indiscriminatamente, quindi colpisce più i poveri che i ricchi
  • Fa crescere i prezzi in modo anomalo
  • Favorisce l’evasione e l’elusione
  • Costringe gli stati membri a mettere in campo un esercito di controllori
  • Costringe le aziende ad una burocrazia complessa e costosa

Negli Sati Uniti, ad esempio, l’IVA non esiste, e in qualche città o stato c’è un’imposta sulle vendite, e campano bene lo stesso.

Ma siccome quelli che fanno danno non riposano mai, come la loro prolifica mamma, adesso stanno pensando ad un’altra pensata idiota: la patente di guida digitale, cioè messa sul cellulare.

Quindi, invece di avere il nostro piccolo rettangolino di plastica rosa, avremmo un app (ovviamente pagata con i soldi della EU) che li raccoglie, indovinate un po’? Con l’IVA. E sì, una parte dell’IVA va a BXL per pagare stipendi a gente che spara idiozie, una dietro l’altra.

Per capire perché la patente sul cellulare “in via esclusiva” è un errore, bisogna interrogarsi su cosa è la patente, cioè il documento che certifica che uno può guidare.

Sembrerebbe un certificato, ma se andiamo a vedere l’essenza della patente, così come del brevetto di volo, è un sistema di sicurezza, perché dice che, avendo superato degli esami teorici e pratici di fronte ad un pubblico ufficiale esperto della materia, alla guida di un veicolo non siamo un pericolo per gli altri e per noi stessi.

Ora, essendo un sistema di sicurezza deve rispondere ai requisiti minimale, che sono appunto avere un oggetto, di qualsiasi fattura (carta, plastica, metallo come la Amex Platinum, che permetta a chiunque ed a vista di verificare se una persona è abilitata a guidare un certo tipo di veicoli

Questo con un pezzo di plastica o di carta è immediatamente verificabile, mentre se la si mette in esclusiva su di un cellulare, sorgono tutti i problemi che possono nascere da un apparato che deve prima di tutto essere alimentato, e se poi il sistema pensato a BXL prevede pure un controllo online, ci deve pure essere la rete.

Quindi, non c’è nessun vantaggio, e ci si complica la vita, e si offre anche l’occasione ad hacker e malintenzionati di falsificare un oggetto digitale che è quello più facilmente falsificabile.

Ecco, se proprio volevano fare qualcosa di digitale, potevano pensare che al conseguimento della patente, ma pure di un’altra certificazione o autorizzazione, queste potrebbero essere incorporate in un chip NFC, come quello che sta nella CIE e nel passaporto, che è anche uno standard internazionale nato da. TaDa! Un’esigenza di sicurezza: poter identificare chi prende un aereo o varca una frontiera.

Ed una tecnologia semplice, affidabile, che sposa sia l’esigenza di avere un token in mano al cittadino sia di poterlo leggere, se necessario con un dispositivo NFC.

Questa idea manichea che il cellulare debba diventare tutto non è una cosa sana, se deve diventare una fissazione ed una costrizione: il cellulare è un aiuto, una comodità, ma non può essere una panacea, perchè è un computer, quindi da alimentare e che può essere hackerato e manipolato.