Campagna formiana.
Assolato pomeriggio d’estate.
Urla dalla cucina.
Sulla soglia c’è Pezza, la gatta, che guarda qualcosa che si muove per terra.
È stupita. Perché lei, la gatta killer, una che abbiamo visto inseguire una donnola per tutta l’aia, ha portato in regalo un ramarro. Grande, verde, brillante.
Ce l’ha in bocca, fra quei suoi canini feroci.
Non lo vuole uccidere, ci vuole giocare.
Lasciarlo andare, riacchiapparlo, dargli una zampata per rimbambirlo di paura, riprenderlo e lasciarlo, finché non si stuferà.
Un bel pomeriggio di giochi rovinato.
Perché il ramarro ne approfitta.
Cala l’ultima carta a disposizione.
Si stacca la coda, il meraviglioso meccanismo che gli ha concesso la natura.
I nervi che la percorrono continueranno a dargli spasimi, il gatto si distrarrà e la coda ricrescerà lunga come prima.
È un po’ quello che sta cercando di fare Letta il Giovane per distrarre forconi, renziani e grillini.
Un po’ di leggi di facciata e qualche altra inutile minuzia per prendere tempo, per rifugiarsi di nuovo nella selva dei riti politici, sperando di comprarsi i gatti inferociti che lo vogliono morto.
Com’è sempre stato: cooptare i capoccia della rivolta, assegnargli poltrone, farli esibire da Vespa e dalla Gruber, per continuare il saccheggio nelle tasche dei cittadini inermi.
Cosa vuoi che sia tagliare il finanziamento pubblico ai partiti?
È perdere la coda per distrarre il gatto.
Poi ricrescerà, come rinascerà il finanziamento ai partiti.
Organizzati, disorganizzati o superorganizzati, l’Italia dei grillini, dei forconi e dei renziani è tutta una protesta di chi vede sempre meno soldi in cassa e sempre meno cose da poter comprare.
Ovviamente il mostro è lo Stato, che affama di tasse, che le chiede di continuo, in maniera sguaiata e scoordinata, dove anche il commercialista è costretto ad associarsi alla protesta contro il degrado tecnico e amministrativo.
Per chi ha memoria storica, non è cosa nuova: ventanni fa la Lega è nata cosí, per protestare contro la stretta fiscale di Amato con la sua “minimum tax” (la madre degli studi di settore) che più che far incassare di più al fisco, ha messo centinaia di attività economiche di fronte alla brutale constatazione che il loro guadagno c’era perché per decenni avevano potuto evadere, eludere e occultare.
Poi la Lega è diventata necessaria stampella di SB, da forza di lotta è andata al governo, con lo splendido Tremonti, e paradossalmente le istanze si autonomia locale della Lega (ma pure dei Siciliani) si sono trasformate in un’altra batosta fiscale, per la semplice ragione che la spesa pubblica (che nessuno riesce o può comprimere) ha costretto a tagliare le erogazioni agli enti locali e a mantenere, anche sotto Tremonti, l’odiata IRAP che nessuno si sogna mai di abolire.
Niente di nuovo. Nessuna bacchetta magica. Anzi, una bella crisi importata. Mal gestita dalla BCE. E la globalizzazione ha dispiegato la sua geometrica forza, per dirla nel linguaggio di quelli di Lotta Continua, oggi giornalisti, architetti, professori, avvocati e medici famosi e milionari.
E la globalizzazione, nonché la successiva digitalizzazione, più uno stato accattone, bisognoso e mendicante, hanno buttato fuori mercato tutte quelle aziende che vivono solo di mercato interno, cioè di consumi che non possono non ridursi se i salari non crescono, perché ovviamente non è il prelievo fiscale che è eccessivo, ma il fatto che i salari (o i compensi per alcune professioni) sono troppo bassi.
Ma potrebbero le aziende aumentare i salari? Certo quelle che sono clinicamente morte non se lo possono permettere, ma lo possono fare quelle che esportano, ovviamente se lo Stato, almeno con queste, si mostrasse più intelligente in modo da favorirle sgravandole di impegni, anche non monetari, ma comunque utili a favorirne le attività.
Per tutte le altre aziende, sopratutto quelle medio piccole e sane, la soluzione è investire, e senza sperare nelle banche, utilizzando i mezzi propri, e se proprio uno non ha liquidità, molti dovrebbero pensare a monetizzare quei patrimoni immobiliari inutili che non danno reddito, sui quali si scaricheranno le IMU del futuro e che sono state il bene rifugio di un’economia delle vacche grasse che non esisterà mai più.
Checché ciancino grillini, forconi e renziani, nessuno può far tornare indietro il tempo. La crisi è finita. C’è un nuovo scenario: con aziende distrutte, aziende in pericolo e quelle che vanno bene perché si sono sapute adattare.
Ed è inutile coltivare illusioni.
Ma anche questa mia è un’illusione: in massa sono andati a votare per Renzi, e in massa, una maggioranza silenziosa aspetta “SB 2 la vendetta”. Lui che come Rocky Balboa si rialza sanguinante e risolve. Un film. Come quello di Renzi tutto-chiacchiere-e-neppure-il-distintivo. Neppure un programma che sia uno. Neppure alla Grillo che di programmi ne ha più di uno, tutti senza né capo né coda, e tutti fatti per acchiapare audience! Pardon! Voti.