Intellettuali traditori

La Grande Bellezza - arresto del narcotrafficante
La Grande Bellezza

Tenuto conto del poco valore aggiunto dato al paese dalla classe politica e, insieme ad essa, anche da una bella fetta della classe dirigente, è facile incolpare questi e dimenticare che la colpa più grave è di altri che hanno tradito il paese.

Sono gli intellettuali italici i maggiori responsabili della crisi morale che poi ha importanti effetti su tutte le altre crisi.

Accademici, scrittori, registi, sceneggiatori, scienziati, economisti, ricercatori, hanno smesso (dai tempi di Pasolini) di offrire alla classe dirigente la visione di cosa accade nel mondo, di cosa sia il paese e di cosa sta per accadere.

Il risultato? Una classe politica e dirigente che vola basso, alla cieca, senza nessuna idea di come è fatto il paese e sopratutto degli impatti delle grandi rivoluzioni in corso: globalizzazione, digitalizzazione, automazione spinta.

Tanto per dare un esempio di cosa accade in USA, basti pensare che da loro la discussione (a livello di Nobel) è di cosa fare di milioni di colletti bianchi che nei prossimi 10 anni non avranno più un ruolo a causa dell’automazione, l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale e l’interconnessione fra sistemi digitali.

Da noi vediamo accademici che fanno convegni (per prendere soldi dagli sponsor in cerca di visibilità) dove si parla di temi orecchiati, di moda e spesso non adatti al nostro tessuto economico e sociale.

Il cinema e la letteratura non parlano mai del paese, non lo conoscono, forse se ne vergognano, e quando esce un film “realista” c’è il crucifige contro il regista che ha osato sciorinare sullo schermo i panni sporchi.

Ma neppure le storie belle e straordinarie, che veramente fanno onore al paese, sono portato alla luce per dare alla gente un senso di orgoglio e di appartenenza.

Abbiamo così una società con una classe dirigente cieca, la gran parte della popolazione che cerca di sopravvivere (e lo fa anche bene, visto che nessuno guida), e gli intellettuali chiusi nelle loro cerchie, che non tirano per la giacchetta i politici per avvisarli, per guidarli, ovviamente con gli strumenti di loro competenza, di dove va il mondo e come si evolve l’uomo.

Guernica dice tante cose. Eppure è solo un quadro.

Apocalipse Now è un film, eppure spiega tanto all’America meglio di qualsiasi analisi socio-politica del suo non volere ma dover essere potenza imperiale.

Cosí come La grande bellezza, dove l’oggetto di critica non è Roma, ma la cultura italica ben rappresentata da una nana con la sua minestra riscaldata.

Locuste e pecorai

La vacca Generali dal suo tranquillo pascolo triestino ha scoperto di essere una preda bella grassa per i fondi locuste che vanno a caccia di occasioni per massimizzare l’investimento dei propri clienti. Come al solito c’è qualche italiano, anche fra gli addetti ai lavori, che cade dal classico pero e si meraviglia di questa novità che in un tempo molto rapido farà passare in mano ai fondi tutte le aziende quotate italiane che sono assolutamente non in grado di difendersi da una potenza di fuoco (cioè di denari) che, come si è espresso un gestore di fondi americani, è in grado di “ingoiare l’intera borsa italiana in una settimana“.

Evidentemente nelle nostre aziende non ci sono strategist, cioè gente il cui lavoro è quello di pensare a quello che succederà fra tre, quattro anni, e si preferisce gestire il contingente con un orizzonte che non va al di là dei bastioni di Milano, delle mura aureliane e dei murazzi torinesi.

Quest’estate ne ho conosciuta una, Laura, una smartissima 30enne bostoniana italo-americana di NYC, che deve prevedere, senza palla di vetro e turbante da maga di Tobruk, cosa succederà nel mondo della moda fra tre, quattro e cinque anni perchè la sua catena di 49 negozi di moda deve sapere per tempo: chi saranno i futuri clienti, chi avrà soldi da spendere, quanto potranno spendere, come cambia l’antropologia culturale e quali impatti avrà sull’altezza della vita dei jeans e sulla lunghezza delle gonne.

E non è un caso che questo succeda in USA, in parte anche in UK e FR, e molto poco da noi. Per oltre 70 anni le nostre classi intellettuali di qualsiasi genere sono state arruolate per far scoppiare una rivoluzione e/o per impedirla e/o, al limite, edulcorarla e, nel frattempo, si è impedita e spenta ogni capacità di analizzare con l’occhio dell’intellettuale i segnali che il futuro lancia sempre all’oggi.

Questa è la ragione per cui da noi generi come la fantascienza non sono mai stati troppo amati e questa è anche la ragione per cui si è dato l’ostracismo a Pasolini la cui fine, tragica e banale, è stata catturata anch’essa per farne un tassello per una rivoluzione che non c’è stata e mai ci sarà.

Questo è un paese che cammina lentamente perchè ha la testa completamente rivolta al passato, remoto, of course, perchè l’Italia è rimasto culturalmente un paese bucolico dove il pastore userà anche il cellulare, ma per segnalare al suo aiutante che può bruciare il bosco per fare prato perchè non c’è in vista nessuna guardia forestale e non ci sono in orbita satelliti per scoprire in tempo gli incendi!