Gatto di stato

Se qualcuno fosse curioso di sapere che fanno i deputati italici al parlamento UE (al modico stipendio di 130.000 € l’anno) sarà lieto di sapere che tre deputate hanno proposto una legge per concedere un animale agli anziani soli, prevedendo anche dei soldi pubblici per il mantenimento della bestiolina.

Potrebbe avere una sua logica, però ne vedo difficile l’applicazione.

Un paio di righi in più sul 730 per mettere il codice fiscale del cane o del gatto non sono un problema, ma come si fa per gli anziani che tengono un acquario pieno di pesci rossi? Mica possiamo discriminarli!

E le vecchine che buttano il mangime ai colombi, non le vogliamo aiutare?

E le gattare che accudiscono tribù di mici, micette e micioni fra i ruderi del Foro Romano non sono degne di un contributo statale, magari a valere sui fondi del MIUR?

E le necessarie perequazioni per taglia e numerosità? Non mi sembra equo che la sottile bionda che passa tutte le mattine, trascinata da due giganteschi pastori maremmani, abbia gli stessi contributi che prenderei per la mia gatta Pezza (codice fiscale MRS PZZ 04L71 F224R ?) che, fra sabbiolina, croccantini, carne e veterinario mi costa un 300 euro l’anno…..

Però! Forse non è male come legge!

Priorità

Una ricerca dice che le cose cui i consumatori americani sono disposti a rinunciare sono in ordine di probabilità
(10 = probabilità massima, 0 = minima)

7,2 Mobili e attrezzature per la casa
7,2 Scommesse
6,8 Ristoranti, pub, club, discoteche
6,6 Elettronica di consumo
6,6 DVD, musica, video-giochi, libri
6,5 Lavori per la casa
6,4 Palestre, golf e altri sport
6,2 Vacanze, gite, weekend
5,9 Cibi costosi, sofisticati e/o biologici
5,6 Vestiti e scarpe
5,5 Cellulari
4,7 Cura della persona, cosmetici e toiletterie
3,9 Linea telefonica fissa
3,5 Banda larga

Da cui si vede che la massa è molto meno fessa della classe dirigente mondiale e sceglie quello che è veramente necessario: il comunicare, la cura di se, i contatti e Internet, sopratutto!

Alta Velocità

Ieri mattina, verso le 10:00, ho spedito da Milano un libro per il tramite delle Poste Italiane, e, nonostante un venerdì e un sabato santo per lo mezzo, il libro è arrivato oggi a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, a 718 km di distanza.

Tenuto conto che mia figlia non riesce da tre giorni ad avere il servizio WAP da MTV, e non puo’ ricevere le posta elettronica, forse è il caso che l’Italia si accontenti del buon funzionamento della posta normale e a ogni velleità di essere un paese moderno.

Accontentiamoci di quello che passa il convento.

Roba nostra

Ho visto abbastanza catastrofi italiche da averci fatto il callo sulle polemiche relative a quello che si poteva fare e non si è fatto per non trovarci tanti morti, che poi è l’unica cosa che conta. Le cose si ricostruiscono, le vite umane no!

Ed é ridicola pure la conta dei morti per cui sembra che si tiri un sospiro di sollievo se invece di 1.000 morti ce ne sono solo 274.

Ma la cosa più stupida è affermare che se si fosse intervenuto prima sulle strutture…..bla, bla, bla
Si dimentica che da noi la maggior parte di quello che viene distrutto era antico o vecchio, e quindi non pensato per la catastrofe, o è volutamente costruito dove non doveva stare.

Certo qualcuno poteva impedire di costruire su un terreno franoso o sotto a un vulcano, abitare una casa del 600 fatta di pietra e malta o costruire il centro elettronico di una banca vicino vicino a un fiume, ma ve l’immaginate un sindaco che nega la licenza al paesano che lo ricatta con l’arma del voto, (se va bene!), per non parlare delle faide (anche sanguinose) che scoppiano perchè far rispettare una legge viene visto come una prevaricazione dello Stato Caino sul diritto assoluto di disporre della propria robbba senza alcun vincolo?

Purtroppo la natura non guarda ai titoli di proprietà e ogni tanto ci ricorda con ferocia che è lei, Gea, la padrona di tutto, dal centro del pianeta fino alla troposfera, e che noi umani siamo per lei più insignificanti di un brulicante formicaio in un angolo del giardino.