Gli attuari del Bar dello Sport

Bad news

Nel paese dei balocchi, dove tutti sono esperti di calcio, ciclismo, pallavolo, tuffi, nuoto sincronizzato e perfino di curling, dressage e sciabola a squadre, ogni tanto, ai 4 pensionati, mezzo avvelenati, gonfi di vino (quelli del fu Fabrizio De André), capita pure di doversi improvvisare esperti di economia globale, sistemi fiscali comparati e, ultimamente, pure di problemi pensionistici e attuariali.

Capita, infatti, che il super pagato presidente dell’INPS, cui, per ragioni di razionalizzazione, hanno pure addossato l’INPDAP, se ne esca con dichiarazioni sullo stato dei conti dell’Istituto preoccupanti: pare che manchino 10 miliardi.

La notizia, nell’aspirante giornalista, quella pagata, (quando la pagano!), 15 euro al pezzo, sembra ghiotta novella, da sbattere subito in prima pagina, ovviamente senza approfondire, ammesso che la sciacquetta possa approfondire una questione attuariale e ragioneristica che riguarda una materia non banale qual è il bilancio dello stato, la finanza pubblica e il sistema previdenziale statale.

Ma lei e il suo direttore hanno un solo interesse: un titolo a effetto, quanto basta per catturare l’attenzione dei 4 pensionati mezzo avvelenati al tavolino, quelli che non ne possono più d’inventarsi expertise su palle curve nel gioco del baseball o sul doppio carpiato con avvitamento in avanti della Cagnotto.

In verità, l’accaduto è di una banalità unica: lo Stato non versa all’INPS i contributi per i suoi dipendenti. Il che è gravissimo agli occhi della precaria giornalista, quella che a 36 anni vive ancora dividendo un appartamento alla Garbatella con un ballerino, una ricercatrice, una brasiliana che non si capisce cosa fa, due studenti fuori corso da anni e una cassiera dell’iper, che ogni tanto porta una busta di tortelloni in saldo per apparare un pranzo decente.

Ma perché lo Stato dovrebbe versare i contributi all’INPS, la ragazzotta dalla penna facile non se lo chiede.

Non si chiede la pennivendola a 15 euro al pezzo quale ratio ci sia nel prendere dei soldi dai cittadini per metterli da parte – nelle casse dell’INPS – per poi pagare delle pensioni domani. A che serve questo inutile giro visto che lo Stato puó pagare direttamente le pensioni ai suoi ex dipendenti?

A niente! E neppure si fa! Infatti, lo stesso incompreso presidente dell’INPS ha spiegato che il buco relativo alle pensioni dei dipendenti statali non c’è: è solo una registrazione contabile che annota che qualcuno (cioè lo Stato) tramite le tasse, dovrà trovare 10 miliardi per pagare le pensioni ai suoi ex dipendenti.

Il che è contabilmente corretto e niente di così eclatante da allarmare i 4 pensionati mezzo avvelenati, gonfi di vino già alle 10 del mattino, distogliendoli dalle dotte discussioni su quale busto porta sotto la Carlucci o sul perché il gestore cinese del bar, dove si ritrovano per il quartino di rosso delle nove, porti via il lavoro a quei fancazzisti dei loro nipoti.

La morale il lettore la ricava da se: ogni paese ha i giornalisti che si merita. E se questi sono i cani da guardia contro gli eccessi del potere, se continuano a scrivere simili bestialita, la politica e la pubblica amministrazione potranno continuare a fare carne di porco dei 4 pensionati e pure di tutto il resto.

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