
Larry Summers ha di recente avvisato che l’area Nord Atlantica, cioé Nord America più Europa (Russia compresa) poteva finire come il Giappone che dal 1991 è praticamente fermo in una stagnazione senza fine che si perpetua di decennio in decennio e in mano ad ogni governo.
E il PIL mondiale nel terzo trimestre 2013 conferma che la Russia è praticamente ferma, l’Europa e il Giappone non riescono a superare l’1% e gli Stati Uniti, anche se vanno bene, stanno perdendo spinta.
La ragione è molto semplice ed è la stessa del 29: il denaro non circola, si è accumulato nelle tasche dell’1% della popolazione mondiale che, ovviamente, non ha il tempo di rimetterlo in moto neanche se pasteggiasse a caviale e champagne 24 ore su 24 comprando una Ferrari ogni giorno.
A quest’ingordigia senza fine si aggiunge che in un’economia globalizzata ed interconnessa è assolutamente inutile che ogni paese faccia per se, magari facendo il contrario di un altro, e la prova sono le politiche espansive (neanche coordinate di USA e Giappone), che hanno deprezzato le rispettive monete, dato un po’ di fiato alle loro esportazioni – sopratutto quelle americane – ma hanno fatto salire l’euro, creando problemi a tutta la EU, salvo alla Germania che in pratica, con la sua politica di austerità imposta a chi è già nei guai (i famigerati PIIGS, più ormai anche Francia e Olanda), non fa altro che favorire se stessa perpetuando l’egoismo germanico, già costato due guerre mondiali.
Eppure basterebbe che tutte le maggiori economie coordinassero le loro politiche fiscali e monetarie e che sopratutto, e tutte insieme, dessero vita ad una serie di investimenti in lavori infrastrutturali per migliorare le condizioni di reti, comunicazioni, istruzione e sanità.
Insomma, basterebbe applicare di nuovo le regole del vecchio Keynes e ci eviteremmo questa stagnazione secolare, altrimenti non sarà più necessario aspettare il medio periodo per vedere arrivare una tempesta di proteste, rivolte e ribellioni da cui può nascere di tutto e sicuramente proprio niente di buono.