Per pagare e per morire c’è sempre tempo

In questi mesi di crisi, dovunque si vada, c'è il pianto greco di quelli che si lamentano dei ritardi della Pubblica Amministrazione nel pagare le forniture. Lamento abbastanza strano visto che chi fornisce la PA sa bene che, con quei pochi soldi del bilancio, bisogna coprire tante spese necessarie e accontentare pure tante pretese da paese avanzato e ricco, cosa che assolutamente l'Italia non è.

Esaurito l'inutile pianto contro la stato moroso, si passa a lamentarsi delle grandi aziende che pagano con tempi scandalosi, e qui, comincia l'invocazione di misure di legge che obblighino i clienti a pagare entro 30 gg, pena…il carcere? Il rogo? Lo squartamento sulla pubblica piazza?

Purtroppo non saranno le leggi (senza forza e quindi inefficaci) a bloccare un andazzo, mentre la consapevolezza che certe cose accadono è l'unico sistema per predisporre misure per il peggio e, fra queste, anche evitare di fornire i cattivi pagatori abituali.

Perché, come nella prostituzione, il peccato lo si può fare solo in due.

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