Per capire cosa accade nel PD i commentatori politici non fanno testo: loro, appunto, cercano un senso politico a quello che succede nel partito che avrebbe dovuto dare un governo a una nazione sull’orlo del disastro economico.
E no! Per capire il PD, anche il PDS, i DS, il PCI e tutte le anime in cui si espressa la sinistra in Italia, bisogna scomodare Freud e la sua teoria dell’uccisione del padre per conquistare la madre che, nel campo politico, è diventare il capo del partito, il padre che tutti rispettano e a cui tutti obbediscono, meno i dissidenti, quelli che appunto vogliono sostituirsi a questo ingombrante padre-padrone che impone vecchie e stantie ricette politiche.
Non è che le loro teorie siano molto diverse. Di solito sono sfumature del Verbo della sinistra, e sfido chiunque a capire che c’è di diverso fra un programma del SEL e uno del PD, oltre a certe posizioni “moderne” ma estreme per il PD.
Ogni volta che nasce un nuovo gruppo di giovani, quasi sempre capitanati da un brillante giovanotto cresciuto nell’ortodossia della scuola di partito, comincia la lotta a coltello al segretario, prima sotto traccia, perché è pur sempre un partito che ama il segreto, poi la cosa diventa plateale perché l’uccisione del padre o la cacciata del figlio ribelle è uno psicodramma da consumare in pubblico.
L’ultima di queste sceneggiate e la lotta di Renzi a Bersani che, poverino, ha pure il fisico per il ruolo di padre da abbattere: è calvo, parecchio tronfio e pieno di se, convinto di sapere tutto, insomma un Berlusca di sinistra, ma senza le battute pesanti, ma che comunque cerca di conquistare il pubblico della sinistra portando tutto in burletta e in barzelletta.
E a sinistra finirá come al solito, e come finiscono molte aziende in Italia quando le cose vanno male: da una bottega ne nascono altre due o tre, dirette ognuna da un ex socio che non va più d’accordo con gli altri, accusati di tutto e di più.
Ovviamente anche nei nuovi partiti continuerà la lotta per uccidere il padre, basta aspettare che il giovane scassa partiti diventi pure lui calvo (o grigio come il mellifluo D’Alema) e un capetto giovane cercherà di uccidere il vecchio Renzi ormai pure lui visto come arnese del passato incapace di vincere un’elezione che sia una.
Elezioni che non si vincono proprio perché a sinistra non interessa governare ma solo avere il ruolo di padre del partito e, secondariamente, abbattere il padre del partito avversario. E anche in questo sono (s)fortunati (e perdere tempo) perchè dall’altro lato o c’è un Mussolini calvo e supponente, o un Craxi arrogante e pelato, e oggi un Berslusca che non è da meno, sia pelatissimo che bauscione.
E Napolitano? Lui è il nonno che alla fine deve mettere pace fra padri e figli in guerra, anche accollandosi i guai della prole litigiosa che, fra l’altro, ha permesso di inguaiare una banca come MPS e forse qualcos’altro che non ci è ancora dato conoscere che impone di tenere il nonno sul suo sediolone dorato e bollente.
Per la serie la psicanalisi prestata al triste teatrino della politica italiana…