Italia senza fondamentali

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Autunno 2019, inizia l’ennesima campagna elettorale, dove i votanti correranno a votare per gente che non ha nessuna idea su come gestire il paese attuale, quello immerso in uno scenario mondiale, che muta di mese in mese, e dove fenomeni epocali, come la fine del lavoro, la crisi climatica, là disuguaglianza economica e l’annientamento della classe media, richiederebbero una strategia e una messa in esecuzione di azioni che sono complesse e difficili già in paesi con fondamentali buoni.

Come poi si possa fare in un paese i cui fondamentali sono tutti negativi (giustizia, scuola, fisco, istruzione, disponibilità di capitale di rischio, assenza di una classe dirigente nazionale, debito pubblico) è più un atto di fede, non tanto nei tecnici della politica, ma in sciamani e stregoni capaci di operare magheggi e sortilegi.

Eppure, dando un occhio ai social, si leggono esimi professori universitari e politici con esperienza, nonché esponenti di quelle famose “istituzioni che fanno onore al paese”, che cercano di incastrare pezzi di un Tetris con angoli incompatibili e di finanziare progetti con i soldi del Monopoli.

E la gente comunque gli va pure dietro, sbavando ad ogni bella pensata sparata con convinzione da un politico che crede veramente di poter riparare il Titanic con un pezzo di spara drappo.

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