Chi è causa del suo mal…

…pianga se stessa, anche se a piangere saranno anche milioni di europei. Questo dovremmo dire ad Angelina Merkel che oggi dichiara che l’economia tedesca sta attraversando il peggior momento dopo la seconda guerra mondiale, un momento difficile per l’euro, “molto di più di una moneta, il simbolo di mezzo secolo di pace, di libertà e di benessere sociale”, ha detto la capo del governo tedesco. Secondo cui, nella condizione in cui siamo. “Se l’Europa va male, la Germania va male. Abbiamo bisogno dell’Europa, perchè la Germania vada bene“.


Purtroppo a lanciare questo monito terribile, forse foriero di nuove guerre in Europa, è la stessa signora Angelina Merkel, quella che ha accettato, e senza fiatare, i diktat della BuBa quando ordinava al pavido, vanesio, smidollato Trichet (e alla sua corte di Bini Smaghi & C.) di non fare una politica monetaria espansiva. Anzi! Di alzare i tassi, anche in piena tempesta, e anche quando personaggi come Krugman, già nel 2010, dicevano che la BCE doveva fare una politica espansiva.

Ma i tedeschi sono così: finché non vedono le macerie non si convincono di non essere nel giusto.

Chi dirige la BCE

Convegno al Corriere per presentare un libro di Bini Smaghi, uno di quelli con il doppio cognome che gestiscono l’euro che, mentre il sistema finanziario stava per crollare, aveva tutto il tempo di scrivere un libro.

C’era Mario Monti, come al solito sempre in palla, Giulio Tremonti, che ormai si atteggia ad oracolo, dopo che crede di aver pronosticato la crisi, e Dario di Vico che, invece di stimolare la discussione sembra fatto apposta per addormentarla.

Meno male che dal pubblico s’è alzato Cesare Romiti che ha chiesto del perchè a noi italiani l’euro ci fa tanto schifo (perchè ci ha resi poveri!) non ostante gli economisti e i banchieri centrali dicano che ci abbia salvato dall’inflazione.

La risposta di Bini Smaghi è stata che non è vero che non abbiamo fiducia nell’euro e la riprova è il fatto che gli italiani, cioè gli ex contadinacci arricchiti, continuino a comprare BOT.

Secondo l’uomo della BCE, questo è un segno di fiducia nella moneta unica e non, com’è nella realta, il segno che l’italico è così abituato a vivere di rendita alle spalle della Repubblica che oggi compra BOT in euro come per lustri ha comprato BOT in lire, forte del fatto che è difficile che un governo consolidi il debito pubblico, anche se già accaduto in passato.

Considerate voi in che mani sta la moneta unica che, a questo punto, non credo abbia molto futuro.

La peste del debito oscuro

The plague of the black debt, uscito nel 1994, diceva che già allora si era a DEFCON 4 per l’accumulo di finanza di cartone basata sull’aria fritta.
E da allora nessuno ha fatto niente! Nè le banche centrali nè la politica!

Inoltre è stato lanciato l’euro, però senza una struttura europea di vigilanza e le banche hanno fatto un po’ come volevano.

Poi, con l’esigenza di trimestrali per accontentare gli analisti, con ricchi premi ai bancari tutti (receptionist comprese), s’è allargato il credito fino all’assurdo, come i mutui al 100% e anche ai precari.

A questo si sono aggiunte le stronzate di FED e BCE di dare bei scossoni ai tassi e l’edificio di carta ha cominciato a sbriciolarsi.

Ora che deve fare il risparmiatore?

Deve stare fermo e tranquillo, stare molto lontano dalle banche, tenersi liquido, allegerire le posizioni debitorie (mutui, prestiti, esposizioni) e fare due atti politici:

1) sollecitare le autorità a prendere in mano la situazione che non ha soluzioni tecniche, ma esclusivamente politiche;

2) inondare di proteste i politici di ogni colore perchè blocchino le assurde manovre dei monetaristi della BCE, perchè solo abbassando subito i tassi si potrà avere, non tanto una ripresa immediata, ma almeno un non peggioramento della crisi.

Inoltre la politica deve stabilire regole di vigilanza che riportino tutto il sistema bancario a regole classiche:

a) tassi proporzionali al rischio del prenditore,
b) contingentamento del credito per chi è a rischio,
c) divieto di partecipare al capitale di rischio delle imprese che devono cercarselo sul mercato.

Quest’ultimo è il bubbone infetto e non ancora scoppiato.

Quello che temo è che le banche, per rimettere a posto i loro conti, debbano far rientrare ASAP chi è molto esposto, costringendo anche molte PMI a fallire.

Vi rendete conto di quante aziende sono sommerse di debiti?

L’unica soluzione è perciò politica!

Purtroppo non vedo, nè in USA nè in EU, gente che abbia la forza per prendere in mano la situazione senza essere succube del timore reverenziale nei confronti di FED e BCE.

L’euro guidato dai ciechi

Quello che sta accadendo nella gestione dell’euro è ben descritto dalla parabola del cieco che guida i ciechi dipinta da Pieter Bruegel il Vecchio.

La cecatissima Bundesbank, ancora ossessionata, dopo 90 anni, dall’inflazione galoppante del primo dopoguerra, guida una BCE, ancora più cecata, che si trascina dietro la più che miope Commissione e tutti gli altri orbi che sono gli altri governatori.

Adesso, dopo che Sarkozy ha rotto un po’ le scatole, qualcuno dei ciechi comincia ad avere dei dubbi su dove stiamo andando, sopratutto perché l’euro sta a 1,41 sul dollaro. Si cercano perciò rimedi disperatamente, dopo che, da buoni cecati, Bundesbank e BCE hanno ancora di più aggravato una situazione di crescita senza freni dell’euro grazie ad aumenti continui ed acritici dei tassi, fatti, non tanto per rispettare una ragionata e razionale politica monetaria, ma solo per non prendere cazziatoni dai tedeschi e dai pierini italici, sempre pronti a dare ragione a chi sembra che ne sappia più di loro.

Purtroppo, quello che non capiscono questi cecati, che non vedono e non vedrebbero nemmeno se fossero mezzi orbi o con 10/decimi, la crescita dell’euro non dipende dai tassi, ma dalla svizzerizzazione dell’intera Europa che, per quanto obsoleta, arretrata, anzianotta e poco pimpante, rimane nell’immaginario collettivo del resto del mondo un posto sicuro e dove si vive bene, e da questo scaturisce l’apprezzamento per la nostra moneta, ancora non abbastanza ri-valutata, che potrà arrivare nel 2008 a 2 dollari per un euro senza che Bundesbank e BCE ci potranno fare niente.

Se Trichet & C, fossero andati qualche volta a fare due chiacchiere con un cireneo qualsiasi in una qualsiasi parte del mondo, si sarebbero accorti da un pezzo che l’euro ha un suo particolare fascino per gli extracomunitari che, appena sanno che siete europei, la seconda cosa che vi chiedono è di vederlo questo fantomatico euro, segno evidente che la moneta non è una merce come le altre e non risponde alle logiche razionali degli economisti ma, molto di più, a quelle del fashion.

Come ci sono signore disposte a spendere 42.000 dollari per una borsa di Vuitton, come ci sono cinesi disposti a spendere 300.000 dollari in contanti per comprare una Ferrari Scaglietti, come ci sono persone disposte a dare una cifra blu per una notte con Pamela Anderson, così ci sono milioni di persone nel mondo che non ragionano quando si tratta del valore intrinseco di una moneta, non fanno elucubrati collegamenti con il PIL sottostante all’euro o al dollaro. La gente, molto più semplicemente, non fa ragionamenti: ama una cosa (l’euro) piuttosto che un altra (il dollaro) per ragioni non tecniche e perciò assolutamente in contrasto con la razionalità teutonica della Bundesbank e con quella opportunistica dei loro economisti-plaudatores italiani.

Inflazione ufficiale e realtà

Secondo dati ufficiali dell’attuale e del precedente governo l’infazione non cresce grazie alla prudente, accorta, saggia politica monetaria restrittiva della banda di super economisti (super pagati) della BCE.
Però, se consideriamo che in due anni il succo di ananas private label del supermercato è passato da 50 cent di euro a 89 (+78%), ci si rende conto che i numeri sulle sudatisime carte d’or della BCE sono molto diversi dai numeri sui cartellini dei prezzi dei generi di prima necessità, per non parlare dei beni voluttuari dove una pizza margherita d’asporto costa ormai 5,5 euro, cioè ben 10.000 delle nostre antiche lire. Ma secondo i politicanti l’inflazione non c’è, ed i politicanti,come Bruto, sono uomini d’onore.
Chissà perchè, non è stata una bella sorpresa scoprire che il Bancomat del gruppo SanpaoloIntesa, nel menù della scelta del taglio del prelievo, non si ferma più ai classici 250 euro (cioè quasi mezzo milione delle vecchie lire) ma propone la possibilità di prelevare importi anche superiori, fino a 480 euro.
Un evidente segno che almeno i banchieri italiani hanno capito che, nell’epoca dell’euro manovrato dagli gnomi della BCE, con appena 250 euro si fa poco o nulla di questi tempi di inflazione galoppante.