Controsterzo

Asfalto umido, entrata in curva in velocitá e si finisce in testacoda. Situazione che il 99% degli automobilisti non sa gestire, per la semplice ragione che quello che c’è da fare (e da fare subito!) é una manovra contro intuitiva: controsterzare velocemente per rimettere il veicolo in linea.

Poi magari uno fa un corso di alta guida e impara anche a fare una sbandata controllata, a gestire la macchina come i piloti di rally, sgommando sullo sterrato di impervie vie per un secondo in meno rispetto ai concorrenti, tecnica di guida che contiene un profondo insegnamento: un evento negativo può essere utilizzato a proprio vantaggio se tecnicamente gestito bene.

Ecco, questo é quello che sta capitando all’economia: sbanda dal 2007, e purtroppo i guidatori sono: o dei pivelli come Obama, uno che s’é capito é solo chiacchiere e distintivo, o come Angelina Merkel che, da ex abitante della DDR, paese dell’ortodossia comunista, non può capire l’economia di mercato e tantomeno gestirne una delle piú importanti al mondo.

Poi ci sono politici, gente che su un’auto non dovrebbe salire, nè come autista e neppure come passeggero per il pericolo che con il loro isterismo da fifa blu farebbero perdere la calma pure a uno Shumacher o a un Valentino Rossi. Sono i vari Sarkò in Brunì, Bambi Zapatero, Gordon Brown, Cameron, l’inaffidbile Papandreu e poi i nostri che da anni competono in uno squallido macchiettismo da avanspettacolo anteguerra.

E infine ci sono i tecnici, quelli che le auto non le guidano direttamente, quelli che dal comodo lussuoso sedile posteriore danno indicazioni al politico-autista, sia quando la macchina cammina e purtroppo anche quando comincia la sbandata, o peggio, quando loro credono di vederla una sbandata, per cui cominciano a lanciare gridolini isterici sull’economia surriscaldata da raffredare subito con un bella lievitata dei tassi.

Sono quelli delle banche centrali, quelli del fondo monetario, quelli delle agenzie di rating. Gente che non ha mai guidato nemmeno un banco di meloni, che ordina il da fare a politici-autisti impazziti dalla paura di scendere dalla lussuosa limousine che qualche milione di illusi gli ha affidato con il voto.

E di solito i tecnici fanno proprio quello che fa il pivello: invece di una bella manovra contro intuitiva, un energico, immediato contro sterzo, che fanno? Agevolano la sbandata muovendo il volante in tutte le direzioni, sembrano api impazzite quando un orso distrugge il loro comodo, tranquillo, pacioso alveare, tutto legge, ordine e operositá.

Uscendo dalla metafora, cosa avrebbero dovuto fare i manovratori una volta visto un inizio di sbandata?

Certamente non quella idiozia totale e contemporanea di FED e BCE di alzare i tassi, manovra stupidissima che ha solo inguaiato di piú quelli che avevano mutui e debiti da pagare.

Certamente non impaurire i governi alle prese con la disoccupazione con l’idea ridicola che uno stato non debba fare debiti, quando questa é una condizione per il sottosviluppo, come dimostrano le iniziative nei paesi del terzo mondo dove il micro-credito (ovviamente ben erogato) serve a far crescere l’economia e le condizioni di vita della gente.

Certamente andava sollevato il piede dall’acceleratore, ma non spegnere del tutto il gas togliendo credito a tutti, perché, alla fine della sbandata, bisogna rimettere in marcia il veicolo utilizzando la sua forza di trazione e non affidandosi solo alle forze inerziali, come stanno facendo tutti adesso sperando che il veicolo in testacoda la smetta di sbandare.

Bisognava restringere il credito a chi s’era troppo indebitato, ma non strozzare tutti, impedendo anche a chi ha saputo uscirne di poter continuare a marciare e magari prendere a bordo i lavoratori lasciati a piedi da chi non é stato bravo a gestirla la crisi.

E sopratutto, invece di dare prestiti alle banche – maggiori e sole responsabili del credito facile – la liquiditá doveva essere data in cambio dei mutui che loro gestivano, in modo tale che ai mutuatari i governi e le banche centrali potevano praticare tassi politici, cioé bassi, e quindi sollevare la gente dalla paura di perdere la casa, paura che blocca qualsiasi altra spesa, e contemporaneamente le banche avrebbero avuto la liquidita per prestare alle imprese buone.

Manovre contro intuitive: dare di controsterzo, ridare gas alla fine della curva, questo fa un esperto e, come si diceva, un pilota di rally può addirittura utilizzare la sbandata controllata per guadagnare secondi preziosi, per cui non sarebbe male qualcuno prendesse delle iniziative tali da evitare i testacoda ma anche far ripartire velocemente l’economia guadagnando su quelli piú fessi, meno preparati e meno coraggiosi.

Ma occorre che chi guida abbia tecnica e coraggio. I fatti dicono che mancano entrambe.

L’euro guidato dai ciechi

Quello che sta accadendo nella gestione dell’euro è ben descritto dalla parabola del cieco che guida i ciechi dipinta da Pieter Bruegel il Vecchio.

La cecatissima Bundesbank, ancora ossessionata, dopo 90 anni, dall’inflazione galoppante del primo dopoguerra, guida una BCE, ancora più cecata, che si trascina dietro la più che miope Commissione e tutti gli altri orbi che sono gli altri governatori.

Adesso, dopo che Sarkozy ha rotto un po’ le scatole, qualcuno dei ciechi comincia ad avere dei dubbi su dove stiamo andando, sopratutto perché l’euro sta a 1,41 sul dollaro. Si cercano perciò rimedi disperatamente, dopo che, da buoni cecati, Bundesbank e BCE hanno ancora di più aggravato una situazione di crescita senza freni dell’euro grazie ad aumenti continui ed acritici dei tassi, fatti, non tanto per rispettare una ragionata e razionale politica monetaria, ma solo per non prendere cazziatoni dai tedeschi e dai pierini italici, sempre pronti a dare ragione a chi sembra che ne sappia più di loro.

Purtroppo, quello che non capiscono questi cecati, che non vedono e non vedrebbero nemmeno se fossero mezzi orbi o con 10/decimi, la crescita dell’euro non dipende dai tassi, ma dalla svizzerizzazione dell’intera Europa che, per quanto obsoleta, arretrata, anzianotta e poco pimpante, rimane nell’immaginario collettivo del resto del mondo un posto sicuro e dove si vive bene, e da questo scaturisce l’apprezzamento per la nostra moneta, ancora non abbastanza ri-valutata, che potrà arrivare nel 2008 a 2 dollari per un euro senza che Bundesbank e BCE ci potranno fare niente.

Se Trichet & C, fossero andati qualche volta a fare due chiacchiere con un cireneo qualsiasi in una qualsiasi parte del mondo, si sarebbero accorti da un pezzo che l’euro ha un suo particolare fascino per gli extracomunitari che, appena sanno che siete europei, la seconda cosa che vi chiedono è di vederlo questo fantomatico euro, segno evidente che la moneta non è una merce come le altre e non risponde alle logiche razionali degli economisti ma, molto di più, a quelle del fashion.

Come ci sono signore disposte a spendere 42.000 dollari per una borsa di Vuitton, come ci sono cinesi disposti a spendere 300.000 dollari in contanti per comprare una Ferrari Scaglietti, come ci sono persone disposte a dare una cifra blu per una notte con Pamela Anderson, così ci sono milioni di persone nel mondo che non ragionano quando si tratta del valore intrinseco di una moneta, non fanno elucubrati collegamenti con il PIL sottostante all’euro o al dollaro. La gente, molto più semplicemente, non fa ragionamenti: ama una cosa (l’euro) piuttosto che un altra (il dollaro) per ragioni non tecniche e perciò assolutamente in contrasto con la razionalità teutonica della Bundesbank e con quella opportunistica dei loro economisti-plaudatores italiani.