Innovazione e disoccupazione

E i politici si picchiano

Negli Stati Uniti, gli investimenti e l’innovazione non sono in declino.

Anzi, non c’è segno di stagnazione nell’utilizzo di nuove tecnologie.

Ma questo continuo flusso di nuove idee e applicazioni non risolve il problema degli over 40 senza lavoro, fenomeno in crescita cui nessuno fornisce una soluzione.

Così stando le cose, questo tipo di disoccupazione persisterà anche con una robusta ripresa, a meno che non ci siano grandi riforme strutturali nella previdenza sociale e nella formazione del capitale umano.

E in Italia?

Abbiamo tutti e due i problemi: over 40 che perdono il lavoro e poca innovazione, per cui c’è sia la disoccupazione delle persone mature e pure quella dei giovani, che non riescono a trovare lavori moderni, anche perché la scuola e l’università non li forma e le aziende sono generalmente troppo piccole per potersi accollare anche la formazione.

Ma tutto questo interessa poco ai politici che pensano solo alla conservazione della loro poltrona dorata.

Con ogni mezzo.

Anche con lo spettacolo indecente e indecoroso della finta rissa per i fotografi.

Bastonare la Grecia?

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Quello che i tedeschi (ma anche buona parte degli italici) vogliono dai greci è una fesseria economica: perché a ogni giro di tagli, la recessione peggiora, sale il marasma sociale, cresce la paura, scappano i capitali e pure gli investitori.

Tedeschi e italici sono solo dei sadici che si stanno accanendo su un paese che è stato governato da masochisti, e oggi, da giocatori d’azzardo senza strategia.

Volere una restituzione totale del debito, – cosa impossibile data la situazione – è solo perché nella testa bacata dei tedeschi (e in quella dei loro leccacoda italici) c’è l’idea perversa di dare una lezione ai greci: insomma, una questione di principio, non un principio di soluzione alla questione.

Ma dai tedeschi cosa altro ci possiamo aspettare, se non rappresaglie?

E pure dagli italici, – sempre pronti a vendersi al migliore offerente – perché ci dovremmo aspettare clemenza per la Grecia? I politici italici vogliono solo tirare per i piedi i greci mentre il boia tedesco gli fa scorrere il cappio intorno al collo.

Perché? Perché gli italici sperano di avere clemenza quando anche l’Italia, – ormai in una recessione senza possibilità di recupero – chiederà clemenza.

Tutto questo mentre la stragrande maggioranza degli economisti (non tedeschi e non italici) concorda sul fatto che il debito deve essere ridotto, forse della metà, e che deve cessare una politica fiscale idiota che crea solo sfiducia e terrore.

La storia economica insegna che se si condona una parte del debito, ci può essere un veloce ripresa, che si basa soprattutto su un rapido ripristino della fiducia.

In economia, la politica del bastone (quella che tedeschi amano per se e per gli altri e quella che gli italici vogliono soprattutto per le famiglie degli altri) non funziona: l’economia cresce con la fiducia, non esportando la paura.

Funzionerà l’ABS di Draghi?

Mario Draghi ha annunciato finalmente una delle misure non convenzionali per farci uscire dal pantano della recessione: l’acquisto di ABS, il che vuol dire che, in parole povere, che la BCE acquista dalle banche i prestiti che queste hanno fatto alle aziende e in cambio gli dà euro freschi che alle banche (che non hanno più soldi) possono servire per fare quei prestiti alle imprese che non oggi non possono fare “anche” per mancanza di liquidità delle banche stesse.

Però, un programma di acquisto di ABS basato su prestiti alle aziende non ha effetti immediati, perché ci vuole troppo tempo, dato lo stock esistente sul mercato per questo tipo di prestiti (che è di soli €10 mld), e a causa della complessità tecnica dell’operazione, e quindi meglio non farsi illusioni: non ci sarà nessun effetto sull’economia reale prima di metà dell’anno prossimo. 

Perché il programma abbia successo, la BCE deve acquistare anche i crediti non fatti alle imprese, come gli ABS garantiti da mutui e da crediti al consumo, e anche incoraggiare l’emissione di titoli su prestiti alle PMI e su una scala mai vista prima nella storia bancaria mondiale.

Se la BCE non lo fa, e il programma rimane basato solo sugli ABS esistenti, avrà un impatto minimo, e quindi, – come avevo scritto già nel 2008, nel 2009 e nel 2011 – la BCE dovrà necessariamente acquistare ABS garantiti da mutui e da crediti al consumo per avere un impatto rilevante sull’economia.

Il pericoloso sogno di Vladimir Putin

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La reazione di Putin per l’abbattimento di MH17 è puro stile KGB: negare la responsabilità, occultare  i fatti, utilizzare i media per fare disinformazione e manomettere la zona dell’incidente per impedire un serio esame delle prove.

La Russia continuerà a sostenere i separatisti con armi e addestramento, e anche questo è un comportamento sovietico tipico dei predecessori di Putin a capo dell’URSS. 

Obiettivo strategico di Putin è cancellare il collasso dell’Unione Sovietica. Per Putin, allora giovane ufficiale del KGB di stanza nella DDR, la caduta del muro era “la più grande catastrofe geopolitica del secolo.” 

Obiettivo tattico è mettere un suo fantoccio a Kiev e lo fa gestendo le divisioni interne all’Ucraina. 

Ma fondamentale per questa strategia è dividere anche la NATO,  dove la Germania è un elemento critico, per cui Putin cerca d’impedire alla Germania di essere allineata con gli Stati Uniti, ed Edward Snowden è il classico utile idiota per interrompere la collaborazione fra Berlino e Washington, insomma, una bella trappola nella quale è caduta (o è voluta cadere) la Merkel. 

Naturalmente, la Russia di oggi non è l’Unione Sovietica: le sue capacità militari sono l’ombra di quello che era una volta una super potenza, ed è per questo che gli americani stanno operando con risposte misurate, soprattutto con le sanzioni, senza scatenare una nuova Guerra Fredda. 

Anche perché Putin è in difficoltà, perché ha capito sbagliato scegliendo di appoggiare gli inaffidabili signori della guerra ucraini,  gente più preoccupata del proprio potere locale che degli interessi strategici della Russia.   

Prima dell’abbattimento del volo MH17, Putin aveva solo vantaggi dall’utilizzo dei signori della guerra, tattica che aveva già utilizzato in Georgia e Cecenia: aveva esternalizzato il lavoro di destabilizzazione del governo di Kiev per garantire alla Russia l’influenza sull’Ucraina e impedire a Kiev di entrare nella NATO e nella UE. 

Purtroppo trattare con signori della guerra rende difficile controllare ciò che accade sul terreno, soprattutto quando si tratta di miliziani lacerati da concorrenza interna, spesso ubriachi. 

Ma la più grande preoccupazione di Putin è la reazione del mondo esterno, che lo indebolisce all’interno della Russia: i principali dati economici sono contro di lui, ma ciò che più conta è quello che sta accadendo all’interno della sua coalizione fatta di imprenditori, rivolti ai mercati internazionali e che temono le sanzioni (e infatti molti capitali stanno lasciando la Russia), e di oligarchi che vivono di commesse pubbliche, estremisti nazionalisti etnici, un quadro che può spingere Putin verso una maggiore militarismo per salvare reputazione e posizione.