Continuare a servire la Pubblica Amministrazione italica è solo perdere tempo e denari.
Mai più. Mi sono ripromessa che non ci voglio cascare mai più. Da spararsi. Ne va della mia salute mentale, messa già a dura prova da tante altre “amenità” che l’andazzo generalizzato del paese ci propina quotidianamente.
Che nell’anno del Signore 2013, io debba aspettare più di quattro mesi dalla conclusione dell’incarico perché venga emesso l’atto di notifica dal Tribunale, recapitatomi nella solita busta color verde vomito dal postino. E che debba aspettare un tempo ‘imprecisato’, a detta del Cancelliere, affinché diventi esecutivo, è davvero sarcastico.
Come rasenta la parodia che il mio onorario venga decurtato ben del 50% se io avessi ritardato, anche di un solo un giorno, la consegna.
E l’assurdità raggiunge vette stellari quando si pretende che io mi debba scomodare per andare a consegnare il lavoro ‘a mano’ e in triplice copia, quando soltanto con un solo click io posso spedire un documento dall’altro capo del…
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