Digitale iperuraneo e digitale terra terra

Il governo "tecnico" di Monti (risate in platea) vuole risparmiare 14 miliardi di euro con fantasmagorici progetti digitali.

Forse bastava sostituire milioni di PC della PA con thin client e tablet per risparmiare di più e velocemente.

Ma le bande di manichei digitali, incistati come parassiti nel vello del governo, non vedono lo spreco evidente e ne perseguono e ne procurano altri per inseguire la loro follia fideistica.

SimCity Italia

Il governo Monti, nel classico stile sabaudo del facimmo ammujna, si esibisce in ukase modernisti su agende digitali, start-up, smart city e concorsi per direttori dell’agenzia digitale, o qualcosa del genere.

Temi alla moda per distogliere commentatori, del digitale “ad orecchio”, dal disastro di nave Italia, ogni giorno sempre più evidente, cosí com’è ormai arenata nelle secche di un messianesimo economico senza fondamenti e senza fondamentali.

A me, tutta questa sceneggiata sul digitale e le smart city, fa venire in mente SimCity, un gioco per computer dove si deve gestire una città, con tutto quello che comporta in: riparazione di strade, fognature e costruzione di servizi di base e di quelli aggiuntivi, come può essere uno stadio o un parco giochi.

Ovviamente chi gioca, per fare tutte queste belle cose, ha un bilancio da gestire, bilancio alimentato da imposte sugli immobili della città digitale. E ancor più ovviamente, se decide di costruire lo stadio nuovo o un posto di polizia in un quartiere a rischio, deve aumentare le imposte o tagliare da qualche altra parte, col risultato che qualche strada maltenuta va in malora.

Insomma, è un gioco dove la regola aurea è: non esistono sfizi gratis! Se vuoi fare il museo Maxxi o l’Expo, lo devi far pagare ai tuoi cittadini, altrimenti il bilancio del giocatore di SimCity finisce in rosso e la partita finisce male.

Però SimCity, come tutti i video game, contiene delle scorciatoie «segrete», dei trucchi (in gergo “cheat“) cioè delle sequenze di battute che permettono di aumentare i soldi nella cassa del sindaco digitale, e questo ovviamente, avendo cassa infinita, si può togliere tutti gli sfizi urbanistici, e per lui non esce mai la fatidica scritta: game over.

In Italia, questo gioco delle «scorciatoie» è diventato una cosa comune in tutti i comuni. Ma pure in ogni regione, provincia e comunità montana, per non parlare di enti grandi, mezzani, piccoli e picccolotti nonchè le loro filiazioni in finte Spa con socio unico.

Il loro trucco, la loro sequenza di battute, è piangere molto, inondando giornali e altri media (complici), di lacrime sul latte che non hanno ancora versato, ovvero su spese che non si possono permettere e che comunque vogliono fare, ovviamente spese per il bene del popolo, ma anche per dare per dare un po’ lavoro a imprese che vivono di spesa pubblica e se resta, qualche mollichina pure per loro, povere stelle che si sono presi questo grande fardello di dover piangere e fottere il pubblico erario.

Erario che si è dovuto industriare, da un lato scorticando di tasse quelli che producono e dall’altro facendo debiti su debiti, a loro volta basati su altri debiti.

E tutto questo perché? Perché nessuno ha il coraggio di dire a sindaci e a governatori una semplice e amara verità tutti ‘sti soldi per tutti ‘sti sfizi non ci sono, perché non si lavora abbastanza e chi lavora produce poco, male e roba anteguerra.

Altro che digitale.

I pidocchi del localismo

Pure la Baviera vuole la secessione dalla Germania. É un nuovo medioevo dell’Europa. A valle dell’11 settembre, l’impero americano ha lasciato la grassa e vile Europa al suo triste declino culturale, scientifico, tecnologico, industriale e morale.

E spaventati dalla crisi economica, senza una guida esterna, i vari gruppi etnici cercano nell’isolamento un futuro che non ci può essere. L’Europa, grazie al nazionalismo francese e a quello tedesco, si è suicidata, e proprio quando stava per volare alto.

L’euro dominava sul dollaro, il mondo pensava che stesse per nascere una super potenza economica. Invece, dove siamo adesso? Pronti per una balcanizzazione all’interno delle nazioni. Ognuno per se e Dio non lo s’invoca nemmeno perché l’Europa non ha più una fede. E i disastri del localismo, vedi lo stato fallimentare delle regioni spagnole, non fermano altri localismi. Tutti sperano che isolandosi nella loro turris eburnea, si salveranno. Pidocchi che abbandonano la carogna del bastardone europeo investito dalla storia, dalla tecnologia e dalla globalizzazione e accecato dal localismo della Germania e della Francia.

…e torture private

Constatato che gli italici sono troppo buoni, per non dire fessi, visto quello che sopportano dalla P.A., pure i privati fanno quello che mai s’azzarderebbero a fare all’estero, dove una bella class action gli farebbe mollare l’acino, la fronda e lo streppone.


L’ultima è di una società telefonica per il subentro di un contratto.

Si va al punto vendita, sperando che un tale apparato super colorato, con tanti giovani cortesi e disponibili, permetta di fare tutto sul posto.

Illusione, dolce chimera sei tu! http://www.youtube.com/watch?v=9OxKDFWu7b4 , recitava la canzone del 1940 censurata dal regime fascista perché poteva mettere in dubbio l’apodittico Vincere e Vinceremo mussoliniano tanto applaudito dai romani festanti.

Per la bisogna, le ragazze, cortesissime, ti stampano un pacco di moduli (su carta da 80 grammi) che, ovviamente, devono essere spediti per raccomandata con ricevuta di ritorno, con allegati documenti di identità del cedente e del subentrante nonchè un po’ di autocertificazioni, tutte carte che loro già possiedono visto che il subentrante è già loro cliente.

Compilati e spediti, dopo coda alle Poste e obolo di 6 euro, si aspetta.

Dopo qualche settimana telefona una voce slava che ti dice che “documento identità scaduto” e quindi “noi non possiamo procedere subentro”.

E il tono è quello sbirresco di una allevata in regime filo-sovietico dove un documento scaduto ti portava, come minimo, a fare un giro alla Lubianka per essere interrogato dal colonnello Putin.

Faccio però notare alla ausiliaria del KGB, ridotta a operatrice di call center nell’odiato occidente capitalistico, che c’è una legge del 2008 che allunga la scadenza dei documenti d’identità a 10 anni, ma la guardiana del gulag telefonico mi dice “noi non sappiamo di questa legge e possiamo solo aspettare che tu manda fax con documento d’identità aggiornato”.

Imperativa e conclusiva, ti fornisce un numero di fax e fine delle trasmissioni, incurante che gli si prospetti il cambio di gestore: a lei non interessa, segno evidente che in una cultura totalitaria l’importante non è il profitto dell’azienda (generato di solito dai clienti) ma il meticoloso adeguamento alla prassi, senza porsi nemmeno il dubbio che il cliente abbia (almeno qualche volta) ragione.

D’altra parte, sono stati scritti migliaia di libri su come la gente comune sia disposta a torturare e uccidere solo per rispettare una stupida prassi.

Come è finita? Si chiama il servizio clienti, si racconta l’accaduto (a una italica comprensiva), questa invita a mandare la pagina internet dove c’è la notizia della legge alla collega kapò. Via fax.

Chiesto se si possa mandare via e-mail, dice che non è possibile: quelli del gulag accettano solo fax. Ma la italica ti viene incontro: si può mandare una e-mail a lei che poi la faxerà alla slava feroce.

Conclusione: una grande azienda che opera in un settore moderno, che ha bisogno di documenti dei suoi clienti per svolgere il suo compito, dove non si sa che la legge è cambiata e dove nessuno si è mai preoccupato che forse è bene dare un pelino di fiducia ai clienti.

Se lo considerano un cliente.

Ma dubito che sia considerato più un fastidioso rompiscatole che uno che fa fatturare.

Preghiamo

Come sfortunato abitante e suddito di questa sgangherata repubblica c'é d'augurarsi che Monti e i suoi tecnici possano potare a dovere il rovo spinoso e pieno di serpi velenose che é ormai la nostra amministrazione pubblica.

Ma la veritá e che non c'é da essere fiduciosi perché l'approccio dei tecnici é troppo simile a un ricognitore che da alta quota cerca di fotografare una situazione che poi dovrà essere spianata con un bombardamento di precisione.

Purtroppo la guerra la stiamo perdendo e il tempo di tagli chirurgici e "tecnici" non c'é. Non é il momento di lunghe e defatiganti discussioni con burocrati che prima di eseguire un ordine di taglio, di trasferimento o di accorpamento chiederanno esaustivi e corazzati pareri ai loro giuristi interni, o a costosi consulenti e magari all'avvocatura di stato, con la conseguenza che quel risparmio urgente, sommato a tanti altri similari, non si farà, e se si farà, sarà un mezzo aborto che, alla fine dei conti, sarà più costoso del taglio che si voleva fare.

Questo é il momento della forza bruta, é venuto il tempo di un bombardamento a tappeto che abbatta per sempre la fabbrica delle tonnellate di carte che bloccano l'ammistrazione pubblica e pesano sui conti di ogni italico cittadino.

Purtroppo non credo sia nelle capacitá di Monti & C. usare il massimo della forza bruta per abbattere il mostro. Non ce li vedo il pio Monti, il tagliator cortese Bondi e il professor Giavazzi, lancia in resta, colpire alla giugulare un drago fatti di 5 milioni di statali, parastatali e dipendenti di finte SpA con socio unico in un ente pubblico.

Ma possiamo sempre sperare in un miracolo e perciò: preghiamo.