Virus al lavoro

Gli effetti a lunga gittata

Alla fine degli anni 50, gli USA erano preoccupati per i nuovi bombardieri strategici russi, i Myasishchev M-4 (Bison, in codice NATO).

Per parare il problema, il Pentagono decise di costruire un caccia da mach-3, lo XF-108, che però non fu mai costruito, perchè i russi avevano deciso che il veicolo ideale per attaccare gli USA erano gli ICBM, e non più gli aereoplani, che sono più facili da intercettare, soprattutto utilizzando missili anti aerei.

Insomma, il concetto vincente era quello della lunga gittata: una innovazione che rende obsolete tecnologie e metodologie precedenti e quindi non più utili.

Anche il coronavirus ha dimostrato capacità a lunga gittata, non solo come diffusione immediata dalla Cina al resto del mondo, e in pochi mesi, ma i suoi effetti a lunga gittata si stanno riverberando sul mondo del lavoro.

Costrette a concedere il lavoro a distanza (Work from Home, WfH, o Work from Anywhere WfA), le aziende stanno scoprendo che è una metodologia che spesso piace ai lavoratori, ma ha grandi vantaggi per le aziende stesse.

Lasciamo da parte le cose evidenti, come la riduzione dei costi per mantenere uffici, lasciamo pure da parte la necessaria riorganizzazione per obiettivi (che è più efficiente ed efficace), le aziende hanno scoperto anche quello che avevano già scoperto quelli che avevano affidato la produzione industriale o lavori d’ufficio banali in altri paesi o in altre parti del paese: possono accedere a risorse umane pregiate, che vivono in altre zone, senza costringerle a trasferirsi.

Questo fatto stimola interessanti osservazioni:
– le aziende che risiedono nelle zone obiettivo della ricerca di lavoratori a distanza devono affrontare un nuovo concorrente che gli sottrae risorse
– i lavoratori sono più propensi a lavorare per un’azienda non locale se questa ha un brand importante, capacità di farli partecipare a progetti di elevato contenuto, sicurezza dei pagamenti, rispetto delle regole in materia di imposte, contributi e ferie, ma anche perché paga di più, anche non molto di più, ma come diceva Totò, è la somma delle diverse cose fa un totale appetibile.
– la ricerca di talenti può essere fatta dovunque, ma comunque le dimensioni della zona non possono essere troppo piccole, perché ovviamente anche il mercato locale dei talenti è troppo piccolo, e perchè a volte mancano infrastrutture come fibra ottica, stazioni ferroviarie ed aeroporti con voli frequenti.

E quest’ultima è una delle ragioni per cui molte aziende di sviluppo software hanno scelto Napoli (principalmente) e qualcuna anche Bari per aprire sedi locali con centinaia di persone.

Un metodo che anche altre aziende finiranno per copiare, se non lo stanno gia facendo.

Perché tutti i lavori d’ufficio, che non richiedono presenza fisica, possono rapidamente essere spostati dove ci sono i lavoratori, perché le telecomunicazioni permettono di lavorare a lunga gittata: non è necessario stare dietro ad un cavo dati di qualche metro per essere connessi ai sistemi aziendali, il cavo può essere lungo anche migliaia di chilometri.



Perché investire nelle cripto

Una premessa: le cripto non hanno nessun valore intrinseco, ma solo quello di realizzo, cioè valgono qualcosa quando vengono cedute ad altri in cambio di valuta a corso legale di una qualsiasi nazione, oppure di beni o servizi.

In questo sono come gli immobili, il cui valore è una stima che si concretizza solo se vengono venduti, e come qualsiasi altro investimento in strumenti finanziari e/o assicurativi.

L’unica differenza fra le cripto, gli immobili e gli altri strumenti finanziari è che gli ultimi due possono essere dati in garanzia per avere un prestito, ma forse già accade o accadrà per le cripto.

Ma perché si può investire in cripto?

Perché ormai vivete in una società grassa, molto pingue, tant’è vero che la prima causa di morte sono le malattie da benessere (diabete, malattie cardio vascolari, fumo, alcol, STD, incidenti di auto).

E in una società che non ha il problema di mangiare, e che, grazie alla pillola, ha sdoganato ogni tipo di attività e perversione sessuale, la noia è il grande problema.

E la cura per la noia è il gioco, da secoli.

Anzi, il gioco, come ha scritto Huizinga è un elemento fondamentale per lo sviluppo degli animali superiori e degli umani.Si gioca per addestrarsi, da giovani, ma poi si gioca anche per passare il tempo.

E fare trading con gli strumenti classici o con le cripto ha la stessa motivazione: giocare e basta.

Perchè il fatto che ci sia una posta in gioco, l’aumento di valore delle cripto, non ha nessuna importanza.

Infatti, pare che il piacere maggiore sia di hodlare, che poi sarebbe holdare, cioè trattenersi dal vendere, un po’ come chi si trattiene dall’eiaculazione che fa finire l’altro tipo di gioco, l’erotismo, che però non è per tutti, in quanto richiede cultura, intelligenza, grazia e bellezza.

Invece, giocare con il denaro è per belli e per brutti.

Quindi, se avete denaro che non vi serve, – e statisticamente è sicuro che ne avete – potete anche cominciare a giocare a questo nuovo gioco che forse anche le classi dirigenti incentivano (attraverso il denaro che le banche centrali immettono nell’economia) perché è un modo di tenere buona la gente.

E questo è un altro buon motivo per comprare cripto: le banche centrali non possono più smettere di inondare il mercato di denaro, che è diventato un Monopoli dove i soldi non finiscono mai.

Di conseguenza, la gente ha sempre più denaro per entrare in questi nuovi mercati ed il valore si alza, così come sta accadendo nei mercati tradizionali delle azioni e delle materie prime.

Quindi, è un gioco con pochi rischi, se vi giocate quello che non vi serve.

Avvertenze: io non gioco, a nessun gioco, li trovo tutti noiosi.

La questione ritorno in ufficio

Ci sono aziende che vogliono che la gente torni in ufficio, ci sono quelle che si sono già organizzate per il lavoro ibrido, e chi ha già deciso di avviarsi decisamente a ridurre drasticamente il lavoro in ufficio.

Dal lato dei lavoratori, ci sono gli stessi atteggiamenti: c’è chi non vuole proprio tornare, perché ha scoperto i vantaggi di non dover andare tutti i giorni a convivere con estranei, a combattere con estranei nelle strade e nei vagoni puzzolenti dei mezzi di trasporto.

Altri lavoratori, soprattutto i giovani che credono il loro lavoro sia visto dall’azienda come indispensabile e degno di aumenti e promozioni, che corrono a vaccinarsi perché vogliono il passaporto per uscire di casa e chiudersi nel loro cubicolo all’interno di open-spaces che forse verranno eliminati per un ritorno ad uffici chiusi, onde evitare contagi.

Le aziende che vogliono il ritorno in ufficio sono di due tipi: militarizzate (e tossiche) e quelle che non hanno la testa o il denaro per automatizzare.

Le aziende militarizzate sono quelle dove c’è l’ossessione per il controllo dei lavoratori, che spesso è dovuta anche ad un’organizzazione del lavoro caotica ed episodica, senza pianificazione, aziende molto conflittuali, spesso caratterizzate da rapporti tossici sia in verticale sia fra colleghi, ed anche con gli stake-holders.

Il secondo tipo di aziende sono quelle che non hanno la testa e/o i denari per automatizzare il flusso del lavoro, per cui il lavoratore, inchiavardato al remo, mentre il capetto batte il tempo e minaccia la frusta, è l’unico modo che hanno per tentare di sopravvivere fino all’inevitabile acquisizione da parte di un concorrente o il fallimento.

In definitiva, chi non può, non sa o non vuole approfittare di questo superenalotto che è la pandemia, per creare finalmente un’azienda snella, automatizzata e che possa funzionare anche senza la gente in presenza, è sicuramente destinata a un futuro molto incerto, per cui, il lavoratore furbo farebbe bene a cercarsi un altro posto oggi prima di finire a mendicarlo domani.

Una città lunga 170 km

Il progetto da $500 miliardi del principe reale saudita

Il principe Mohamed bin Salman vuole creare una città supertecnologica, lunga 170 km e larga pochi passi a piedi, in pratica una linea che si potrà attraversare in lunghezza in 20 minuti e in larghezza i 5 minuti.

Una città che avrà un milione di abitanti e che preserverà tutta la natura intorno.

Una città dove i residenti troveranno tutto quello che gli serve nel raggio di 5 minuti a piedi in una città senza auto, senza bus pubblici salvo un sistema di trasporto super veloce (che non esiste ancora) che permetterà di andare da un capo all’altro in 20 minuti.

The Line di “comunità future iperconnesse” si estenderà dalla costa del Mar Rosso verso l’entroterra nell’ambito del progetto NEOM di 26.500 chilometri quadrati nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, secondo un comunicato stampa.

I piani mostrano un “livello pedonale” superiore senza auto o strade, con un “livello di servizio” infrastrutturale al di sotto e un “livello dorsale” sotto quello con operazioni di trasporto e merci gestite dall’IA.

The Undoing (lo sfascio)

Le verità non dette, e raccontate male

Il titolo italiano non c’azzecca niente, perché é la storia del disfacimento di due bei quadretti familiari-sociali-affettivi-professionali, due quadretti del tutto falsi e tenuti in piedi dal non voler vedere e dalla menzogna.

Questo concetto di ipocrisia familiare viene però raccontato con una trama insulsa, scontata, e anche a tratti illogica, che apre diverse strade che non portano da nessuna parte, il che non crea suspense ma solo irritazione.

L’attrice italiana, Matilda De Angelis, per il poco che fa, lo fa bene e ruba la scena.

Sutherland ottimo.

NK e HG non adatti e vestiti malissimo, sembrano usciti da un mercatino di abiti usati.

I due bambini e l’altro marito, veramente insopportabili.

E poi non si capisce perché il poliziotto è sempre incazzato, come se l’indagine fosse un fatto personale, e tu aspetti fino alla fine che lui magari é l’amante segreto di uno dei quattro.

La meglio é l’avvocato dell’accusa, che esprime bene la pressione di dover fare un processo a gente con i soldi in una città dove contano solo quelli